La guerra degli ucraini torturati nelle carceri russe, di Raffaella Cosentino

“Spotlight“, nel reportage di Raffaella Cosentino dal titolo “Mille giorni di prigionia”, in onda sabato 22 marzo alle 18.30 e in replica domenica 23 alle 20.30 su Rainews24, racconta le storie degli ucraini catturati e imprigionati dai russi, liberati in seguito agli scambi dei prigionieri. Ma anche quelle di chi è scomparso e non è mai tornato e delle famiglie che continuano a sperare.
“La tortura più diffusa è chiamata ‘il telefono’– racconta un ex prigioniero – Si tratta di un vecchio telefono con la cornetta da cui escono cavi elettrici che ci mettevano ovunque: in testa, sui genitali, nel naso, con i piedi e le mani legate. Poi ci facevano l’elettroshock aumentando la quantità di corrente elettrica. Venivamo anche appesi a testa in giù a delle sbarre di ferro, e ci infilavano la testa dentro buste di cloro, costringendoci a respirarlo”.
Soldati, ufficiali, guardie di frontiera ma anche civili: secondo il New York Times a ottobre scorso nelle prigioni russe sarebbero stati detenuti ancora ottomila militari e quattordicimila civili ucraini.
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