Leggende e preghiere di Boemia per l’Orchestra di S. Cecilia
Jakub Hrůša tra Dvořák e Janáček
In apertura il Te Deum di Dvořák per soli, coro e orchestra, composto ed eseguito nel 1892 per commemorare il 400° anniversario della scoperta dell’America. Segue, sempre di Dvořák, dalle Dieci leggende op. 59 considerate una sorta di sequenza di meditazioni sulla vita dei santi, la n. 6 Allegro con moto: notturno romantico e appassionato.
Quindi è la volta di due composizioni di Janáček: la prima, Il Vangelo eterno (Leggenda per soprano, tenore, coro e orchestra), ha per tema l’amore universale. Composta nel 1914 ed eseguita per la prima volta il 5 febbraio 1917 a Praga, la pagina utilizza i versi del poeta Jaroslav Vrchlický (1853-1912), e si basa su una leggenda medievale in cui un angelo annuncia all’abate e teologo calabrese Gioacchino da Fiore (1130-1202, collocato da Dante, nella Divina Commedia, in Paradiso fra i beati) la venuta sulla Terra del Regno dell’Amore; Janáček organizza il testo come una scena drammatica articolata in quattro movimenti con un epilogo ricco di effetti spettacolari. Le visioni di Gioacchino da Fiore sono affidate alla voce del tenore, mentre il coro assume la funzione di commento alla visione profetica di Gioacchino e il soprano interpreta le parole dell’angelo. Chiude il programma una delle più celebri e ardite pagine sinfoniche del compositore ceco, la rapsodia per orchestra Taras Bul’ba, ispirata al romanzo di Gogol’ che narra la leggenda ucraina di Taras Bulba, morto nel 1628 al termine della vittoriosa lotta contro i polacchi.
Appuntamento assolutamente da non perdere.