L’uccisione di Gesù a “Mixerstoria – La Storia siamo noi”

Tra fede e archeologia

L’uccisione di Gesù a “Mixerstoria – La Storia siamo noi”

Il più noto caso di cronaca della storia dell’umanità, l’uccisione di Gesù Nazareno, a Gerusalemme. Lo analizza “Mixerstoria – La Storia siamo noi”, in onda venerdì 18 aprile, alle 22.30 su Rai 1, dopo la Via Crucis. Per provare a capire cosa sia veramente accaduto, si parte dagli avvenimenti scritti dagli apostoli e dai personaggi che hanno tradito Cristo per confrontarli con i reperti della fede e i documenti della storia. Con il contributo dello scrittore Vittorio Messori, dei biblisti David Flusser e Albert Vanhoys, del giurista Hain Cohen e di Pierluigi Baima Bollone, medico legale, si ripercorrono le tappe del Calvario di Gesù riportate dai Vangeli e si comparano con i ritrovamenti archeologici. Gli studiosi si sono avvalsi anche di tecniche scientifiche avanzate per ricercare la verità e provare a rispondere a questa domanda: cos’ è veramente successo quel giorno in Galilea?
Gerusalemme, aprile dell’anno 30, mattina. Il procuratore romano Ponzio Pilato non ha fatto una gran carriera, se si trova a governare una regione, la Giudea, ai confini dell’Impero guidato allora da Tiberio. Non proprio hic sunt leones, ma quasi. La scena, probabilmente, ha luogo nel Palazzo di Erode il Grande, sulla collina occidentale, vicino all’attuale porta di Giaffa. Davanti al «pretorio», perché il procuratore lo giudichi, hanno trascinato un predicatore trentenne ebreo della Galilea, un rabbì di Nazaret, forse un rivoltoso, vai a sapere. Tale Yehoshua ben Yosef, nella forma abbreviata Yeshùa. Un’altra sentenza, una delle tante. Pilato, in carica da quattro anni, non capisce quel popolo che disprezza, ricambiato. E non può immaginare che da quel giorno la sua scelta e il suo nome saranno legati al caso giudiziario più celebre e clamoroso della storia dell’umanità, da fare impallidire pure Socrate. Un processo che si chiude con la condanna alla pena capitale, nella sua forma più crudele.

Autore

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*