I piccoli corsi d’acqua tra vicoli e case

Il paese conserva l’aspetto tipico di borgo medievale umbro, raccogliendosi in una struttura ad anfiteatro. Le prime notizie sull’esistenza del paese risalgono agli inizi del XIII secolo, nelle cosiddette “carte di Sassovivo”, cioè l’archivio dell’Abbazia di Sassovivo. Qui è menzionata per la prima volta la curtis de Rasilia, che risultava avere come edificio di culto la chiesa di S. Pietro.
Rasiglia era a circa tre chilometri dall’antica via della Spina che attraversava la vicina Verchiano, importante per i traffici commerciali tra Adriatico e Tirreno e in particolare tra Roma e la Marca Anconetana. Nel XIV secolo anche a difesa della strada furono costruite alcune fortificazioni. Tra queste va ricordato, a Rasiglia, la rocca dei Trinci (signori di Foligno), che con la sua posizione strategica permetteva il controllo di una parte della valle del Menotre.
Nella prima metà del Seicento, diminuita l’importanza militare, Rasiglia si affermò per le attività artigianali (mulini, opifici) grazie alla forza idrica proveniente dal fiume Menotre.
Durante la seconda guerra mondiale i rastrellamenti nazifascisti non risparmiarono la comunità rasigliana. Nel giugno del 1944 l’attentato a due tedeschi scatenò una rappresaglia, durante la quale tre paesani vennero deportati a Mauthausen. Di essi solo uno – Colombo Olivieri – è tornato.
Negli ultimi decenni, con la chiusura di molte attività artigianali, gran parte degli abitanti si è spostata a Foligno.
Appuntamento da non perdere.
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