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Oggi in TV: Passato e Presente con Paolo Mieli

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Villarbasse, l’ultima sentenza di morte

Il periodo dell’Italia del secondo dopoguerra è stato segnato da profonda miseria e tensioni sociali, con una popolazione che aveva vissuto gli orrori della guerra e l’instabilità politica del periodo.

Questa è stata un’epoca in cui il Paese ha cercato di ricostruirsi, sia dal punto di vista fisico che politico, mentre cercava di superare la violenza e gli spettacoli di morte che avevano caratterizzato la guerra.

Il processo di costruzione della democrazia era in corso, e le nuove forze politiche si impegnavano per cercare una pacificazione sociale.

Un importante passo in questa direzione è stato l’amnistia Togliatti del giugno 1946, un atto che ha cercato di lenire le tensioni e garantire una transizione più pacifica verso una nuova Italia democratica.

Tuttavia, proprio in quei mesi, un tragico caso di cronaca nera ha gettato una luce sinistra sulla situazione italiana.

A Villarbasse, in provincia di Torino, quattro criminali comuni, emigrati dalla Sicilia, hanno commesso un orribile massacro, uccidendo 10 persone a bastonate in una cascina di campagna per un misero bottino.

Ancora più sconvolgente è stato il fatto che i cadaveri delle vittime sono stati occultati, rendendo la scoperta dei crimini ancora più scioccante.

Questa storia, ricostruita da Paolo Mieli e dal professor David Bidussa nel programma “Passato e Presente“, in onda martedì 10 ottobre alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia, è emersa come un simbolo dei molti problemi irrisolti che l’Italia stava affrontando in quel momento.

Per mesi, gli ex partigiani della zona sono stati accusati ingiustamente dei crimini, finché i veri criminali non sono stati finalmente arrestati.

La strage ha provocato un’onda di indignazione in tutto il Paese, che la stampa ha amplificato. C’è stata una forte richiesta di pena di morte, nonostante la Costituente italiana, che stava lavorando alla stesura della nuova Carta fondamentale, avesse già deciso di abolire la pena di morte.

Il processo ai criminali è stato veloce, ai limiti della regolarità, e ha permesso l’esecuzione delle condanne a morte prima della data prevista per la cessazione delle esecuzioni capitali, il 15 aprile 1947.

Il 4 marzo 1947 a Torino è stata eseguita l’ultima sentenza di morte della storia processuale italiana. Questo episodio oscuro della storia italiana evidenzia le sfide e le contraddizioni che il Paese ha affrontato durante la transizione verso la democrazia e l’instaurazione di un nuovo ordine giuridico.

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