Recensione: Kharankhui – un’avventura epica in cui mito e realtà si fondono
Kharankhui
di Angelo Berti e Alfonso Zarbo
Altre Voci Edizioni
“Quando inizierai a pensare di essere più forte, troverai sempre qualcuno più forte di te”, “Il potere acceca. Logora nella brama di averlo. Non esiste fonte che possa soddisfare quella sete”, sono due delle numerose interessanti affermazioni che troviamo nel libro “Kharankhui”, di Angelo Berti e Alfonso Zarbo, un romanzo ambientato nel 1260 e che contiene miti, leggende, superstizioni, esseri umani e Dei.
Protagonisti principali di questa “fiaba oscura” sono Colchis, che desidera diventare un guerriero, Suna, una bambina trovata in una nave alla deriva, e Mørk. abbandonato troppo presto da sua madre e cresciuto freddo come il ghiaccio del nord. Tutti e tre dovranno affrontare spietati assassini, divinità oscure, ma anche i loro fantasmi interiori, per non esser ingoiati dall’Ombra del Dio della Morte, che si ciba di anime e cuori e intenzionato a distruggere l’umanità intera. La storia narrata, che si ispira al mondo orientale, non contiene soltanto leggende, spiritualità e folklore, ma fa riflettere su molte tematiche purtroppo attuali, come la paura del diverso, il bullismo, la difficile convivenza tra popoli.
Questo libro potrebbe essere inserito nelle biblioteche scolastiche e fatto quindi leggere ai ragazzi, perché la sua lettura può costituire un percorso di formazione, in quanto può spingere i giovani lettori alla ricerca di sé stessi e della propria vera essenza, soprattutto quando gli altri li criticano e diventano oggetto di bullismo da parte dei coetanei. La narrazione riesce a intrattenere il lettore e a catturare la sua attenzione, come fanno le scene di un film di avventure e sarebbe perciò auspicabile che il contenuto di questo romanzo diventi un film, perché ne ha tutte le caratteristiche.