L’ideologia, la propaganda e la guerra totale. Una guerra condotta fino all’ultimo e con qualsiasi mezzo. Per Hitler il popolo tedesco deve resistere fino alla vittoria, ma nel 1944 la guerra per la Germania nazista è oramai perduta. È in questo contesto che un gruppo di alti ufficiali – tra cui il colonnello Klaus Von Stauffenberg – e borghesi di orientamento sia conservatore che socialista progetta un attentato a Hitler. Il 20 luglio 1944 una bomba esplode nella Wolfsschanze, la Tana del Lupo, il quartier generale di Hitler. Il Fuhrer si salva e ordina una spietata repressione. La guerra totale può andare avanti. Questi gli eventi al centro del diciassettesimo appuntamento con la serie “1939 – 1945 – La seconda guerra mondiale” in onda martedì 22 aprile alle 22.10 su Rai Storia. La serie presentata da Paolo Mieli, con la narrazione di Carlo Lucarelli, e l’analisi e l’approfondimento di storici scelti a seconda del tema trattato e alla luce delle nuove interpretazioni storiografiche, è arricchita da un racconto per immagini con materiali di repertorio restaurati in alta definizione ed edizioni di grandi documentari provenienti dalle Teche Rai con rare interviste a protagonisti e testimoni ormai scomparsi. Tra i consulenti della serie, gli storici Giovanni Sabbatucci, Nicola Labanca, Lutz Klinkhammer.
Il concetto di guerra totale nasce a cavallo del XIX e del XX secolo per parte di due alti ufficiali tedeschi vissuti in epoche diverse e che teorizzarono due concetti affini, ma con differenze sostanziali: Carl von Clausewitz, che parlò di guerra assoluta nel suo trattato Della guerra, ed Erich Ludendorff, che durante la prima guerra mondiale assunse il controllo delle strategie nazionali per lo sforzo militare e parlò per la prima volta di guerra totale nell’omonimo trattato del 1935. Clausewitz parlava di guerra assoluta come di un concetto teorico di impossibile realizzazione.
Appuntamento da non perdere.