Stasera in tv appuntamento con Dorian. L’arte non invecchia  Oggi in TV: Nuova puntata di Dorian. L'arte non invecchia
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Stasera in tv appuntamento con Dorian. L’arte non invecchia 

Renzo Vespignani

Oggi in TV: Nuova puntata di Dorian. L'arte non invecchia
L’estetica del pittore romano Renzo Vespignani, commentata dalla storica dell’arte Gina Ingrassia, a partire dagli esordi della “contemplazione delle rovine” al “neorealismo”, alla fase di produzione di ritratti e della maturità artistica. È il nuovo appuntamento con “Dorian. L’arte non invecchia”, in onda venerdì 18 aprile alle 19.30 su Rai 5. Nella puntata, poi, è lo stesso Vespignani – nel corso di due documentari, “Visti da vicino” del 1975 e “Come nasce un’opera d’arte” del 1980 – a guidare alla comprensione della tecnica utilizzata nelle sue opere. Esegue, inoltre, un ritratto della figlia Marta.
“Dorian. L’arte non invecchia” è prodotto da Rai Cultura e Rai Teche, a cura di Lucrezia Capasso, Marisa Del Monte, Lucilla Paesani, con la regia di Sabrina Salvatorelli.

Renzo Vespignani nasce a Roma nel 1924. Nel 1929, dopo la morte del padre, stimato chirurgo e cardiologo, si trasferisce con la madre dal quartiere Esquilino a quello più popolare di Portonaccio, dove cresce e inizia a disegnare durante l’occupazione nazista. Il suo interesse è attratto dalla realtà crudele e patetica di quei drammatici giorni: lo squallore del paesaggio urbano di periferia, le rovine e le macerie causate dai bombardamenti, il dramma degli emarginati e la povertà del quotidiano. In questo periodo, l’incisore Lino Bianchi Barriviera lo inizia allo studio della tecnica dell’acquaforte, mentre altri importanti punti di riferimento, tra i tanti artisti dell’epoca dei quali frequenta gli studi a via Margutta, sono Alberto Ziveri e Luigi Montanarini, oltre agli espressionisti tedeschi come Otto Dix e George Grosz.

Nel 1945, nell’immediato dopoguerra,  tiene la sua personale in una galleria romana e inizia a collaborare con diverse riviste politiche e letterarie, per le quali scrive e realizza illustrazioni e disegni satirici. In questi anni si iscrive al Partito Comunista, che abbandona nel 1958 in seguito ai fatti d’Ungheria. Con altri artisti quali Piero Dorazio, fonda il gruppo Arte sociale.

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