“Che non sia un’illusione” recita il suo epitaffio. Parole scolpite nel marmo così come l’eredità di un gigante che in trent’anni ha gettato le basi per la televisione di oggi. A “
Grandi della TV”, in onda domenica 16 giugno alle 17.30 e lunedì 17 giugno alle 22 su Rai Storia, Edoardo Camurri racconta l’innovatore, lo sperimentatore, l’uomo dei “mille format”: Enzo Tortora. Giornalista colto e ricercato, non ha mai temuto di mescolarsi con il “basso” e di gettarsi nel divertimento più puro. Ne ha pensate cento, ne ha fatte altrettante: nella sua Genova esordisce come percussionista in un night club, poi fa il comico en travestì accanto a un giovane Paolo Villaggio nella compagnia “Baistrocchi”; la Rai gli apre le porte della radio del ’51, per poi buttarlo sul palcoscenico come valletto di Silvana Pampanini per Primo applauso del ’56. Recita in Carosello e per i fotoromanzi. Ma il pensiero corre più veloce: conduce “Telematch”, il primo programma a prevedere collegamenti esterni; “Campanile sera”, che fa scoprire la provincia italiana, fino al trionfo di “La domenica sportiva” del ’65, programma che per la prima volta parla di sport facendo anche interviste, intrattenimento e spettacolo. Ma è con “Portobello” che arriva la consacrazione. Tra il ’77 e l’83 Tortora trasforma la TV in un mercatino che si tiene ogni venerdì sera e che raduna fino a 25 milioni di telespettatori. La voglia di sperimentare e osare si accompagna anche al coraggio di esporsi e mettersi a rischio. È infatti del 1969 l’intervista rilasciata a un noto settimanale nella quale attacca frontalmente la Rai, definendola “Una corazzata guidata da Boy Scout”. Viene allontanato ma nel 1972 inaugura un’esperienza che farà storia: la collaborazione con TeleBiella, un rapporto che esprime al meglio quanto credesse fermamente nella necessità della fine del monopolio di Stato e nella creazione delle tv private.
Appuntamento assolutamente imperdibile.
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