Quando, alla fine del 1944, i partigiani albanesi sconfiggono le armate tedesche e i gruppi di fascisti e nazisti locali, alla guida del paese si pone il Fronte di Liberazione nazionale che si è autoproclamo governo provvisorio. Presidente e ministro della difesa del nuovo governo è Enver Hoxha, il leader del partito comunista d’Albania. A quaranta anni dalla sua scomparsa, un paese e un personaggio raccontati dal professor Roberto Morozzo Della Rocca e da Paolo Mieli a “
Passato e Presente”, il programma di Rai Cultura in onda sabato 12 aprile alle 20.30 su Rai Storia. Nato a Argirocastro, con esperienze di studio all’estero, Hoxha segue da subito il modello sovietico e abbraccia in modo ortodosso l’ideologia stalinista. Rimane al potere per oltre 40 anni, isolando il paese dal consesso internazionale e trasformando l’Albania in una dittatura autarchica, nella quale è abolita ogni libertà civile, politica e religiosa: un paese dal quale nessuno può fuggire, pena la morte o la condanna a lunghi anni di carcere.
Dopo la Liberazione, avvenuta ad opera esclusiva dell’esercito partigiano, Hoxha inizia una nuova fase di lotta per far risorgere l’Albania avviandola al socialismo. Nel marzo ’46 l’assemblea Costituente uscita dalle elezioni del dicembre ’45 proclama l’Albania Repubblica Popolare e nomina Hoxha Primo Ministro, carica tenuta fino al ’54. Gli anni ’50 segnano i primi difficili passi dell’Albania verso la ricostruzione e lo sviluppo economico, sociale e culturale.
Per valutare correttamente, oggettivamente, questa esperienza quasi cinquantennale, per comprendere la grandezza delle trasformazioni politiche, economiche, sociali e culturali realizzate, si devono fare i conti con l’enorme arretratezza che l’Albania aveva ereditato dal passato. Parliamo di un paese con un’economia completamente agricola e assai primitiva, segnata da rapporti economici feudali; l’industria è quasi inesistente; il livello di istruzione è molto basso: l’80-85% della popolazione è analfabeta; la vita media non raggiunge i 40.