Dietro la straordinaria vittoria della Democrazia Cristiana del 18 aprile 1948, c’è l’impegno di un mondo cattolico, apparentemente unitario, ma in realtà diviso da visioni di società, progetti di riforma e assetti istituzionali molto di versi tra loro. Ne parla Umberto Broccoli in “
Un’epoca nuova”, in onda venerdì 6 giugno alle 21.10 in prima visione su Rai Storia. Sono profondamente diversi i vecchi leader del partito popolare e quelli delle nuove generazioni che si rifanno alla figura carismatica di Giuseppe Dossetti; così come i così detti gruppi intellettuali, i laureati di Azione Cattolica e quelli che si rifanno alla Università Cattolica di padre Gemelli; sono in aperta contrapposizione i progetti clerico moderati che fanno capo a Lugi Gedda, uomo di fiducia di Pio XII e alcune figure di sacerdoti che animano il movimento cattolico nell’immediato dopoguerra, da Don Primo Mazzolari, a Padre Turoldo, da Camillo De Piaz a don Zeno Saltini, da Ernesto Balducci a padre Turoldo. Eppure, malgrado le differenze, seppero far sintesi, consentendo la rinascita democratica del paese, devastato dalla dittatura fascista e dal secondo conflitto mondiale.
Don José Domínguez è nato a Pontevedra nel 1932, nel territorio della parrocchia di Santa María de Luneda che guarda verso il Portogallo; è tuttora vivente e gode di ottima salute. Sua madre si diede da fare per mandarlo in seminario e perché abbandonasse il villaggio, nel quale badava agli animali e guadagnava qualche soldo (100 pesetas al mese, circa 70 centesimi di euro di oggi) lavorando sulle montagne per la riforestazione. Comunque dovette guadagnarsi una borsa di studio perché sua madre non aveva la possibilità di pagargli gli studi. Suo padre militava nel partito comunista ed era emigrato in Argentina prima della guerra civile. Dopo la guerra si portò in Argentina anche la madre di don José e i suoi fratelli.
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