Stasera in tv arriva “Lezioni dal Conclave – La Storia”
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Stasera in tv arriva “Lezioni dal Conclave – La Storia”

Le elezioni papali raccontate da Alberto Melloni

Stasera in tv arriva “Lezioni dal Conclave – La Storia”
In vista del Conclave dal quale uscirà il successore di Papa Francesco, Rai Cultura propone “Lezioni dal Conclave – La Storia”, tre puntate in onda venerdì 2 maggio alle 19.45, e sabato 3 alle 19.00 e alle 19.35 su Rai Storia. Il professor Alberto Melloni ricostruisce la storia dell’elezione “cum clave” del Vicario di Cristo fino al pontificato di Papa Francesco. Il conclave, infatti, è secondo la dottrina cattolica l’evento durante il quale la scelta del nuovo Pontefice si manifesta attraverso lo Spirito Santo, ma è anche il momento in cui i Cardinali si dividono in “fazioni”, con alleanze e rivalità, cercando, nel segreto della Cappella Sistina, un’intesa per il nuovo successore di Pietro che deve avere – ricorda il professor Melloni – i due terzi dei voti per essere eletto alla carica di Vescovo di Roma e di Pastore della Chiesa.
Ma cosa accadeva nell’antichità? Come funziona la scelta del nome? Quali sono stati gli ultimi conclavi? Domande alle quali le tre puntate rispondono anche attraverso le immagini di repertorio delle Teche Rai, per ripercorrere la storia del Conclave: le regole, le elezioni più significative, il segno duraturo di una Chiesa che si rinnova nei secoli nel nome del Vescovo di Roma.

Il conclave è la riunione del Collegio cardinalizio della Chiesa cattolica per l’elezione del nuovo papa, nonché la sala dove avviene tale riunione. Il termine deriva dal latino cum clave, cioè “(chiuso) con la chiave” o “sottochiave”. L’evento che diede questo nome all’elezione dei pontefici risale al 1270, quando gli abitanti di Viterbo, allora sede papale, stanchi di anni di indecisioni dei cardinali, li chiusero a chiave nella sala grande del palazzo papale e ne scoperchiarono parte del tetto, in modo da costringerli a decidere al più presto chi eleggere come nuovo pontefice, ruolo che andò a Gregorio X.

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