Stasera in tv “La traviata” con la regia di Liliana Cavani
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Stasera in tv “La traviata” con la regia di Liliana Cavani

E Riccardo Muti sul podio della Scala

Stasera in tv “La traviata” con la regia di Liliana Cavani

A 35 anni dalla prima rappresentazione, avvenuta il 21 aprile 1990 al Teatro alla Scala, Rai Cultura ripropone la storica edizione della Traviata di Giuseppe Verdi diretta dal maestro Riccardo Muti con la regia di Liliana Cavani, in onda venerdì 25 aprile alle 21.15 su Rai 5. Lo spettacolo è stato registrato nella ripresa del 1992. Le scene sono di Dante Ferretti, i costumi di Gabriella Pescucci e le luci di Gianni Mantovanini. Protagonisti sul palco sono il soprano Tiziana Fabbricini nella parte di Violetta Valery, il tenore Roberto Alagna in quella di Alfredo Germont, e il baritono Paolo Coni come Giorgio Germont.
Uno degli spettacoli di maggior successo del Teatro alla Scala, ripreso moltissime volte negli anni successivi, ma subito reso memorabile dall’interpretazione di Muti, dalla regia senza forzature, tutta basata sui caratteri dei personaggi della Cavani, e sull’intensità di Tiziana Fabbricini.

L’opera fu in parte composta nella villa degli editori Ricordi a Cadenabbia, sul lago di Como e nella Tenuta di Sant’Agata. La prima rappresentazione avvenne al Teatro La Fenice di Venezia il 6 marzo 1853 ma, a causa forse di interpreti carenti e – probabilmente – per il soggetto allora considerato scabroso, non si rivelò il successo che il suo autore si attendeva; fu ripresa il 6 maggio dell’anno successivo, sempre a Venezia ma al Teatro San Benedetto, in una versione rielaborata e con interpreti di miglior qualità, come Maria Spezia Aldighieri e finalmente, diretta dal compositore, riscosse il meritato successo. A causa della critica alla società borghese, l’opera, nei teatri di Firenze, Bologna, Parma (10 gennaio 1855 nel Teatro Regio di Parma come Violetta), Napoli e Roma, fu rimaneggiata dalla censura e messa in scena con alcuni pezzi totalmente stravolti. Sempre per sfuggire alla censura, l’opera dovette essere spostata come ambientazione cronologica dal XIX al XVIII secolo.

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