Stasera in tv torna l’appuntamento con “Chi l’ha visto?”
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Stasera in tv torna l’appuntamento con “Chi l’ha visto?”

Le inchieste su Pierina Paganelli e Liliana Resinovich

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Il caso Pierina Paganelli: Louis Dassilva rimane in carcere. Perché? Come mai non può aspettare il processo, se ci sarà un processo, da uomo libero? Le motivazioni del Riesame e del Gip, durante la puntata di “Chi l’ha visto?” in onda mercoledì 23 aprile alle 21.20 su Rai 3. E poi l’inchiesta su Liliana Resinovich: l’inviata di “Chi l’ha visto?” ha mostrato i coltelli presenti nella macchina di Liliana e il fratello Sergio ha raccontato che Sebastiano quella macchina la voleva rottamare: “Mi sono opposto così come mi sono opposto alla cremazione di mia sorella.”: ha detto ai microfoni di “Chi l’ha visto?”. Cos’altro è stato sequestrato dagli inquirenti nella nuova perquisizione nella casa di Sebastiano Visintin? E la storia della giovane chef, Gessica, di 27 anni che lavorava in una nave da crociera. “Ce l’hanno ridata senza vita”, dicono i genitori, che non credono a un gesto estremo. Cosa è successo quella notte in quella nave? In studio in diretta la mamma e il papà di Gessica.

La trasmissione riprende il formato della rubrica Dove sei? di Portobello di Enzo Tortora, descrivendo casi di persone scomparse o allontanatesi da casa senza più contattare i familiari e mettendo a disposizione del pubblico un numero telefonico per cercare di ottenere informazioni o indizi utili per il ritrovamento o per la ricostruzione dei fatti. Tale numero è lo 06/8262 (sostituito esclusivamente per le stagioni 1989-1990 e 1990-1991 dai numeri 0769/7399, 06/8896910, 06/3613147), inizialmente utilizzato anche da altre trasmissioni di approfondimento giornalistico della Rai 3 dell’epoca, ovvero Telefono gialloLinea roventeCamice biancoParte civile e 8262 (che assieme a Chi l’ha visto? facevano parte del ciclo Chiama in diretta RAITRE). La prima puntata di Chi l’ha visto? andò in onda il 30 aprile 1989 con la conduzione di Guzzanti e Raffai. Il programma era curato da Lio Beghin.

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