Stasera in tv torna l’appuntamento con Passato e Presente
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Stasera in tv torna l’appuntamento con Passato e Presente

La conferenza di Parigi

Stasera in tv torna l’appuntamento con Passato e Presente
La Conferenza di pace che si apre a Parigi nel gennaio del 1919, a poche settimane dalla fine della Prima Guerra Mondiale, è vista da molti come una grande occasione per costruire un futuro di tranquillità e prosperità. Ma ben presto queste speranze si infrangono contro gli interessi specifici di ciascuno Stato, minando quella unità d’intenti fra i vincitori che sembrava granitica. Un tema analizzato da Paolo Mieli con il professor Francesco Perfetti a “Passato e Presente” il programma di Rai Cultura in onda domenica 19 gennaio alle 20.30 su Rai Storia. La questione tedesca, il destino dei nuovi stati nati dopo la fine dell’impero austro-ungarico, la questione dei confini orientali dell’Italia, che rivendica con forza Fiume, sono solo alcuni dei temi caldi della Conferenza. Con l’utilizzo di documenti provenienti dall’Archivio Storico Diplomatico del Ministero degli Esteri si ripercorrerà uno degli eventi cruciali della storia del ventesimo secolo.

La conferenza di pace si aprì il 18 gennaio 1919 a Parigi (lo stesso giorno in cui, quarantanove anni prima, fu solennemente proclamato l’impero tedesco), nella sala dell’orologio del Quai d’Orsay, sede del ministero degli esteri francese, con un discorso del presidente francese Raymond Poincaré.

Presidente effettivo della conferenza venne designato Georges Clemenceau, il quale dichiarò:

«[…] Non si tratta di pace territoriale o di pace continentale, ma di pace dei popoli. […] Tregua alle parole; bisogna agire presto e bene»

Il consiglio dei dieci — formato da cinque capi di governo e cinque ministri degli esteri delle maggiori potenze vincitrici (Stati Uniti, Italia, Francia, Gran Bretagna, nonché Giappone per quanto riguardava l’Oriente) — trattò le questioni più importanti e le risoluzioni pratiche. Il nuovo assetto politico / geografico dell’Europa fu discusso e definito dai quattro “grandi”; Thomas Woodrow Wilson, presidente degli Stati Uniti, Georges Clemenceau, primo ministro francese, David Lloyd George, e Vittorio Emanuele Orlando.

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