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CONCERTO IN FORMA DI ELEGIA per SAN MARCO A PORDENONE con la SOMSI e l’Orchestra San Marco

CONCERTO IN FORMA DI ELEGIA per SAN MARCO A PORDENONE con la SOMSI e l'Orchestra San Marco CONCERTO IN FORMA DI ELEGIA per SAN MARCO A PORDENONE con la SOMSI e l'Orchestra San MarcoUn programma inusuale, con musiche di raro ascolto ma di notevole presa emotiva, quello scelto dalla Storica Società Operaia di Pordenone e dall’Orchestra e Coro San Marco per la loro rinnovata sinergia nella realizzazione del Concerto per il Patrono della Città, che, com’è d’uso, sarà ospitato nel Duomo Concattedrale di San Marco a Pordenone lunedì 24 aprile alle ore 20.45, grazie al contributo della Regione Friuli Venezia Giulia e del Comune di Pordenone e con il sostegno di Itas Assicurazioni.
Appuntamento tradizionale e molto partecipato dal pubblico, il concerto accoglie dunque la sfida di proporre pagine musicali inconsuete, che possano introdurre ad autori e sonorità nuove, anche nella scelta dell’organico. Diretti infatti dal Maestro Eddi De Nadaigli archi dell’Orchestra San Marco saranno affiancati da due musicisti cresciuti e formatisi nelle Accademie del nostro territorio, ed oggi artisti applauditi sui maggiori palcoscenici internazionali, a cominciare da Guglielmo Pellarin, primo corno dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, diplomato con lode al Conservatorio di Udine, perfezionandosi con i più grandi Maestri. Oltre a numerose collaborazioni con orchestre quali la London Symphony Orchestra e la Lucerne Festival Orchestra, Pellarin è cornista del Quintetto di Fiati Italiano e dell’Opter Ensemble (con Francesco Lovato, violino, e Federico Lovato, pianoforte). Affianca ad una prestigiosa attività solistica e cameristica presso importanti festival e stagioni concertistiche, la docenza di corno ai corsi “I Fiati” dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, al Conservatorio di Padova, in masterclass e corsi di perfezionamento in tutto il mondo.
Accanto a lui, la voce solista del concerto sarà quella di Alessandro Cortello, tenore friulano oggi di base in Inghilterra, diplomato in canto a Udine e in pianoforte al Conservatorio di Ferrara, nonché vincitore del Concorso “Seghizzi” di Gorizia nel 2005 e nel 2007 nella categoria “liederistica”, della quale oggi è uno dei migliori specialisti (Schubert, Schumann, ma anche Haydn, Beethoven, Brahms, Mahler, Strauss, Berg, Rachmaninov sono tra gli autori in repertorio). Una carriera ricca di successi che annovera anche i capolavori della lirica (da Verdi a Puccini, da Donizetti a Rossini) e le più intense pagine di musica sacra.
Punto sublime di unione sul pentagramma di questi due talenti, la “Serenade” op. 31 per tenore, corno e orchestra d’archi di Benjamin Britten (1913-1976), forse l’opera da camera di maggiore pregnanza espressiva del musicista inglese, che la scrisse nel 1943 al rientro in patria dopo tre anni trascorsi negli Stati Uniti. Una pagina che propone una formazione insolita, in cui le romantiche istanze del corno si fondono con una linea vocale di grande purezza, che asseconda le liriche scelte tra quelle dei più celebri poeti inglesi dal Quattrocento all’Ottocento (Cotton, Tennyson, Blake, Ben Jonson e Keats, oltre a un Anonimo del XV sec.). Una composizione “eclettica” eppure unitaria sul tema nel “Nocturnal”, ovvero un’elegia alla notte, che nella composizione trova una precisa successione temporale, dallo spegnersi del giorno all’inoltro verso le ombre notturne, con le riflessioni che ad esse si accompagnano.
Ancora all’ambito anglosassone, ma sull’altra sponda dell’Atlantico, rimandano gli altri due brani che completano il programma musicale, sempre con autori attivi durante il Novecento. L’“Adagio per archi” di Samuel Barber (1910-1981) mette in luce un brano dal sapore neo-romantico e dal notevole pathos, eseguito per la prima volta nel 1938 e subito divenuto popolare (fu suonato, ad esempio, ai funerali di Albert Einstein e di J.F. Kennedy) tanto da essere successivamente ripreso anche dal cinema, in pellicole di grande successo (come “Platoon” di Oliver Stone). Meno nota, ma di raffinato interesse, la “Suite per archi” di Arthur Foote (1853-1937), compositore profondamente influenzato dalla musica tardoromantica di Wagner e Brahms, di cui fu appassionato divulgatore.
L’ingresso al concerto è libero. Info: www.somsipn.it

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