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Recensione: “I nostri occhi sporchi di terra” – Un incontro tra generazioni

Recensione: “I nostri occhi sporchi di terra” - Un incontro tra generazioni Recensione: “I nostri occhi sporchi di terra” - Un incontro tra generazioniI nostri occhi sporchi di terra
di Dario Buzzolan
Edizioni Baldini+Castoldi

Cosa ci spinge a cercare la verità? E se la trovassimo, quali conseguenze avrebbe? Sono queste le domande che dovrà affrontare Maddalena alla notizia della scomparsa di suo padre Davide nel fiume Po, a Torino. Giovane ragazza di 27 anni nel 1994, Manuela si trova catapultata in una vicenda che la porta indietro nel tempo, più esattamente nel 1945, quando il padre uccise un giovane repubblichino.

Su questo episodio si basa l’ipotesi che il padre sia vittima di una vendetta, ma Maddalena sente che c’è molto di più, un motivo che le sfugge anche per lo scarso legame che aveva col genitore, e vuole a tutti i costi scoprire cosa rivela il suo passato. Da lì si sviluppano due principali storie parallele, ambientate in un’Italia di epoche diverse: quella del fascismo, della guerra e della scelta di schierarsi in una lotta per la libertà, e quella più moderna dove il disincanto ha bisogno di trovare nuovi riferimenti da ricercare proprio nell’esempio del passato.

Entrambe le storie hanno come filo conduttore la vicenda di Davide, prima come giovane docente universitario dell’immediato dopoguerra e poi protagonista degli ultimi cinquant’anni della storia italiana. Storia che la figlia Maddalena ricostruisce gradualmente incontrando personaggi e luoghi e creando così il pretesto per oscillare tra passato e presente. Da questa oscillazione, prende forma un ricco ventaglio di personaggi con le loro storie di sconfitte, illusioni, ma anche certezze e forti aspettative.

Una coralità di vicende accomunate dal desiderio di creare un mondo diverso e migliore, possibile solo con la solidarietà e il senso di appartenenza a un gruppo che va oltre l’individualità, ma che è consapevole che è l’individuo stesso, con la sua volontà, a fare la differenza: come in una cordata dove è necessario l’apporto di ognuno e solo tutti insieme si riesce a togliere la terra che sporca i nostri occhi, perché nonostante tutto, la condizione umana a cui tutti aneliamo è la condivisione.

Su un altro piano, in modo inusuale per molta letteratura, nella ricerca e riscoperta del padre da parte di Maddalena troviamo non uno scontro bensì un incontro tra generazioni, che si guardano senza sospetto e con la voglia di sapere, conoscere ed andare avanti insieme, portando, una, la consapevolezza del passato, l’altra, lo sguardo pieno di speranza di chi ha la vita davanti. La memoria di ciò che è stato diventa uno stimolo per costruire un futuro migliore.

Buzzolan, attraverso i personaggi del suo romanzo, trasmette un messaggio forte e chiaro della passione per un impegno civile che diventa un imperativo categorico per il singolo e per la collettività. Affinché questo messaggio arrivi a una platea più ampia, l’autore usa un linguaggio semplice e molto diretto che crea un gradevole contrasto con il ritmo dinamico del richiamo tra i diversi eventi del passato e l’attualità.

In questo modo, l’attenzione del lettore rimane sempre viva e arriva all’ultima pagina senza quasi accorgersi del tempo passato, sprofondato nella lettura, e verso la fine già prova nostalgia per i personaggi e le storie che sta per lasciare.

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