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Recensione: “Il mondo perfetto di Miwako Sumida” – Quando la perfezione è un’utopia

Recensione: "Il mondo perfetto di Miwako Sumida" - Quando la perfezione è un’utopia Recensione: "Il mondo perfetto di Miwako Sumida" - Quando la perfezione è un’utopiaIl mondo perfetto di Miwako Sumida
di Clarissa Goenawan
Carbonio Editore
Traduzione di Viola Di Grado

Le prime pagine del libro “Il mondo perfetto di Miwako Sumida” ci mettono di fronte a una realtà angosciante: la giovane Miwako si è suicidata impiccandosi. Viene così spontanea una domanda: ma se il suo era un mondo così perfetto perché è arrivata a compiere questo gesto estremo?

Ed è proprio da questo dilemma che la lettura del racconto ci coinvolge emotivamente dall’inizio alla fine per scoprirne la ragione.

Clarissa Geonawan, con uno stile volutamente distaccato ma non per questo meno partecipante, ci porta mano nella mano, in un flash back alternato a episodi realistici, in situazioni che vedono protagonista Miwako con le sue debolezze, la sua sensibilità e il profumo che emana e sarà proprio questo il motivo per cui, una ragazza non propriamente bella e riservata, attirerà l’attenzione del giovane Ryusei fino a innamorarsene.

Ma quale terribile segreto racchiudeva in sé Miwako, cosa la tormentava, cosa non ha voluto condividere con nessuno? Perché all’improvviso sparisce dalla vita di tutti scombussolando l’esistenza delle persone care? Ryusei decide cosi, insieme a Chie, l’amica del cuore di Miwako, di ripercorrere le tracce degli ultimi movimenti della vita della ragazza, fino al santuario sperduto in una natura incontaminata dove la ragazza ha passato gli ultimi momenti della sua vita.

Come tessere di un grande puzzle si alternano nel romanzo momenti di suspense, a momenti d’intensa commozione con la testimonianza delle tre figure protagoniste: Ryusei, innamorato di Miwako, Fumi Yanagi, sua sorella e Chie Ohno, amica di Miwako.

Alla fine si scoprirà quale è stato il drammatico episodio che ha spinto Miwako al suicidio, ma, al di là della motivazione, emerge ancora la drammatica realtà della solitudine e dell’incomprensione con la sua angosciante testimonianza: “ Non avrei dovuto mentire a me stessa, né a tutti gli altri, non avrei dovuto fingere che tutto fosse perfetto “.

Clarissa Goenawan è nata nel 1988 in Indonesia. Il suo primo romanzo, Rainbirds, ha vinto il Bath Novel Award 2015.

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