Ragazze con il coltello
di Michele Nanni
Edizioni Castelvecchi
“Vivere come le cicale ma in tutte le stagioni”.
Sembra partire da questo contesto la trama del libro: cicale (persone) che sprecano e si sprecano, anzi, si fanno volutamente del male. Un mare limpido, un cielo trasparente, un paese fuori dal mondo dove sembrerebbe tutto ameno e incantato ma dove, invece, soffia il vento della sofferenza, delle trame losche di gente senza scrupoli e dell’eccessiva spregiudicatezza di Lucia e delle altre ragazze protagoniste.
“Ragazze con il coltello” è la storia di vicende ancestrali, dove tutto sembra onirico e incredibile, ma dove tutto purtroppo è vero e reale: eros gratuito, cocaina, ammazzamenti e lavoro nero. Nel racconto emergono frequentemente due nomi: Lucia e Stella. La prima è la figlia di Ulis, pescatore che difende la sua indipendenza dal prepotente boss Spada, la seconda, Stella, è la barca di Ulis che ama più di se stesso.
L’intelaiatura della narrazione poggia su uno scheletro tra il naturalismo e la fiaba ma la descrizione degli ambienti e delle situazioni è meticolosa e il linguaggio provocatorio e spesso scurrile, aderisce perfettamente ai protagonisti. Su questo sfondo inquietante trapela però una tenerezza e un amore fuori dagli schemi e dal tempo, quelli del rapporto tra Lucia e il padre.
Lucia, abbandonata dalla madre, è confusa ma determinata a difendere la propria indipendenza economica tanto da accettare un lavoro, di nascosto al padre, dal figlio di Spada con cui ha una relazione ambigua e non gratificante.
Il coltello, che dà il tiolo al romanzo, è quello con il quale Lucia pulisce il pesce ma che considera anche “l’arma bianca” che non esita a usare per difendere la sua incolumità.
Michele Nanni è nato nella Maremma grossetana e vive a Roma. Cineasta, scrive e dirige cortometraggi e documentari, tra cui “A tutti i popoli del mondo (2013) “