Recensione: "Un Cappio per Archibald Mitfold" - Un romanzo d’epoca da riscoprire Recensione: "Un Cappio per Archibald Mitfold" - Un romanzo d’epoca da riscoprire

Recensione: “Un Cappio per Archibald Mitfold” – Un romanzo d’epoca da riscoprire

Recensione: "Un Cappio per Archibald Mitfold" - Un romanzo d’epoca da riscoprire Recensione: "Un Cappio per Archibald Mitfold" - Un romanzo d’epoca da riscoprireUn Cappio per Archibald Mitfold
Edizioni Le Assassine
Traduzione di Daniela di Falco

Nel 1939, in una Londra rattristata dalla dichiarazione di guerra da parte dell’Inghilterra alla Germania e, dove l’atmosfera cupa dell’oscurantismo fa da padrona, il giovane Archibald Mitfold, viene trovato impiccato in circostanze misteriose. Suicidio o omicidio? Questo sarà il primo dilemma che assillerà il giovane Ispettore capo di Scotland Yard Dan Pardoe e il Sergente detective Tommy Salt, suo fedele collaboratore.

Piano, piano, attraverso indagini accurate e meticolose, l’enigma è presto risolto: “Archy” non si è certo impiccato da solo. Qui il mistero si fa più fitto: da chi e perché è stato compiuto questo efferato delitto? I personaggi interrogati, parenti, amici e semplici conoscenti, rivelano una realtà inedita. Il giovane Archy viene descritto come presuntuoso, estremamente enigmatico e “dannatamente riservato”. L’altro enigma è perché non si trova il diario di Archy che potrebbe far luce sul delitto?
Perché Archy disegna un uccello misterioso che poi viene riconosciuto come “Voltolino”, una specie rara?

Un altro rompicapo che tormenta gli investigatori è il motivo per cui il giovane non ha rivelato alla polizia e neppure alla adorata zia, che per ben tre volte qualcuno ha attentato alla sua vita. Aveva paura di ritorsioni o per una esagerata sorte di egocentrismo voleva scoprirlo da solo?
La Bowers, all’inizio del libro ci presenta uno, a uno i numerosi personaggi come nella locandina di un film, fatto che ci agevola nella lettura e ci permette di non farci perdere nel racconto. Come, volutamente superficiale, è l’accenno alla guerra, proprio per farci concentrare nell’intricata storia. Questo fa sì che il lettore venga materialmente proiettato nel nucleo “duro” del racconto, tanto da coinvolgerlo pagina per pagina alla risoluzione dell’enigma.

Ma il puzzle porterà sempre a soluzioni sbagliate fino a quando un evento inaspettato porterà alla verità.

Dorothy Bowers nasce a Leominster, Hereforshire, nel 1902 e muore di tubercolosi a soli 46 anni. Figlia di un panettiere, fu una delle prime donne a essere accettata alla Oxford University. Dotata di un naturale talento per la scrittura, si dedicò ai romanzi polizieschi, riuscendo a farsi un nome in questo genere letterario. I cinque
romanzi della Bowers ebbero ottime recensioni e, solo l’impegno come insegnante e la precaria salute, le impedirono di essere la naturale erede della grande Dorothy L. Sayers.

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