Con Julianne Moore e Liam Neeson

Catherine, ginecologa, vive a Toronto con il marito David, musicista, e il figlio Michael. Una sera la donna comincia a sospettare che David abbia una relazione extraconiugale: deciderà di assumere una squillo, giovane e bella, per valutare la fedeltà del marito. È solo l’inizio di un “ménage a trois” che non porterà a niente di buono. È la storia al centro di “Chloe – Tra seduzione e inganno“, diretto da Atom Egoyan e in onda mercoledì 2 aprile alle 21.10 su Rai Movie. Nel cast Julianne Moore, Liam Neeson, Amanda Seyfried.
Le demon du midi: con questa espressione i francesi indicano l’inquietudine che molte donne non più giovani provano nel constatare lo sfiorire della bellezza e l’affievolirsi dell’amore coniugale, quando, allevati i figli, vorrebbero ritrovare la giovinezza e la passione amorosa perduta. Questo è lo stato d’animo di Catherine, la protagonista del film, che posseduta da questo “demone”, mette in atto una serie di strategie che rischiano di rovinare sul serio un rapporto matrimoniale mai davvero compromesso.
Lo svolgersi del film mi pare, infatti, seguire le incredibili trame che Catherine ordisce per sorprendere il marito in flagrante adulterio, con l’aiuto di Chloe, una prostituta all’uopo istruita. Purtroppo però la vicenda si complica e, al di là delle intenzioni, si conclude assai drammaticamente, in un crescendo di colpi di scena che rendono tutta la vicenda, che sarebbe alquanto banale, piuttosto avvincente, grazie certamente all’ottima regia di Egoyan e alla bella recitazione degli interpreti, in primo luogo di Julianne Moore e di Amanda Seyfried. Colpisce il finale, perfetta rappresentazione di una felicità borghese di facciata e ipocrita in cui le tragedie di altri restano fuori, perché si tratta di tragedie di povere persone, perciò stesso condannate all’emarginazione all’annullamento. Che cosa potrebbero pretendere, in fondo? Di non essere usate, forse.
Lo svolgersi del film mi pare, infatti, seguire le incredibili trame che Catherine ordisce per sorprendere il marito in flagrante adulterio, con l’aiuto di Chloe, una prostituta all’uopo istruita. Purtroppo però la vicenda si complica e, al di là delle intenzioni, si conclude assai drammaticamente, in un crescendo di colpi di scena che rendono tutta la vicenda, che sarebbe alquanto banale, piuttosto avvincente, grazie certamente all’ottima regia di Egoyan e alla bella recitazione degli interpreti, in primo luogo di Julianne Moore e di Amanda Seyfried. Colpisce il finale, perfetta rappresentazione di una felicità borghese di facciata e ipocrita in cui le tragedie di altri restano fuori, perché si tratta di tragedie di povere persone, perciò stesso condannate all’emarginazione all’annullamento. Che cosa potrebbero pretendere, in fondo? Di non essere usate, forse.
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