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Stasera in tv focus e memoria a Storie contemporanee

Roma, 16 ottobre 1943. Spie e vittime

Stasera in tv focus e memoria a Storie contemporanee

A ottant’anni di distanza, “Storie contemporanee”, con Michela Ponzani e Marco Mondini, in onda in prima visione venerdì 13 ottobre alle 22.30 su Rai Storia, dedica una puntata speciale alla razzia del ghetto di Roma, il 16 ottobre 1943. Michela Ponzani e Ruth Dureghello dialogano sul tema della memoria e della testimonianza, sempre viva e da alimentare costantemente, mentre Marco Mondini insieme alla professoressa Procaccia e al professor Osti Guerrazzi si interroga sul tema della delazione e del collaborazionismo.

A causa dell’assenza di un piano organico per la difesa della città e di una conduzione coordinata della resistenza militare all’occupazione tedesca, nonché della contemporanea fuga di Vittorio Emanuele III assieme alla corte, al capo del governo e ai vertici militari, la città fu velocemente conquistata dalle truppe della Germania nazista, cui si opposero vanamente e in modo disorganizzato le truppe del Regio Esercito e i civili, privi com’erano di ordini coerenti e di collegamenti, lasciando sul campo circa 1000 caduti.

Da più parti si incolparono del rapido crollo delle forze italiane i vertici militari e politici, accusati di aver volontariamente omesso di disporre quanto necessario perché la città fosse adeguatamente difesa.

All’alba di sabato 16 ottobre 1943, giorno festivo per gli ebrei, scelto appositamente per sorprenderne il più possibile, 365 uomini della polizia tedesca, effettuarono il rastrellamento in maniera mirata.  Un centinaio di uomini circa furono destinati all’operazione all’interno del ghetto e i rimanenti nelle altre zone della città eterna.

Le forze tedesche che attuarono il rastrellamento erano composte in prevalenza da uomini della polizia d’ordine, in numero di oltre trecento, provenienti da tre unità «formate pochi mesi prima e composte prevalentemente da riservisti», le quali «si trovavano a Roma per sorvegliare le strade d’accesso alla “città aperta” e le sedi ufficiali delle forze di occupazione tedesca, compreso il carcere di Regina Coeli»

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