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Stasera in tv grande appuntamento con “Geronimo!”

Storia e leggenda di un grande capo indiano

Stasera in tv grande appuntamento con "Geronimo!"

L’avvincente storia di uno dei più celebri guerrieri apache è al centro di “Geronimo!”, il film del 1962 diretto dal regista Arnold Laven, in onda lunedì 27 maggio alle 21.10 su Rai Movie, nella serata dedica al western. Fatto prigioniero in una riserva, vilipeso e maltrattato, il celebre capo indiano decide di scappare. Radunato un gruppo di guerrieri riuscirà a ricostruire una tribù, ribelle, che per anni avrebbe dato filo da torcere all’esercito americano. Film d’impianto classico che ricostruisce il punto di vista dei nativi, inspirandosi fra storia e leggenda alle memorie che Geronimo stesso aveva pubblicato negli ultimi anni della sua vita. 

Con Chuck Connors, Kamala Devi, Pat Conway, Armando Silvestre.

Geronimo nacque nei pressi del fiume Gila, all’epoca territorio messicano (oggi parte del New Mexico, negli Stati Uniti), di fatto occupato dagli Apache Bedonkohe (talvolta chiamati Mogollones), sottodivisione degli Ndendahe, mentre gli Apache Nednhi Ndendahe erano stanziati più a sud, nelle zone di Carrizal (Carrizaleños) e di Janos (Janeros), nell’attuale Chihuahua.

Geronimo era, appunto, un Bedonkohe Ndendahe Apache, nipote di Mahko (capo supremo degli Ndendahe) e figlio del figlio di costui, Taklishim, ma, per la sua successiva associazione coi Chiricahua Apache (specialmente dopo la morte di Cochise), è spesso considerato, invece, un Chiricahua. Crebbe divenendo un rispettato sciamano e un esperto guerriero che combatté frequentemente contro le truppe messicane, dapprima al seguito di Luis – all’epoca capo della banda Bedonkohe Ndendahe e poi in associazione con Juh e con Victorio e, dopo la morte di quest’ultimo, con Nana, Mangus (figlio minore di Mangas Coloradas) e Naiche (figlio minore di Cochise, subentrato al comando dei Chiricahuas dopo la morte del fratello maggiore Tahzay grazie al sostegno di Nahilzay, fidato luogotenente del padre. Fu soprannominato dal proprio popolo “il Sognatore” perché asseriva di vedere il futuro

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