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Stasera in TV: Speciale Tg1 “Mòla mia” (Non mollare) su Rai1 – Il viaggio di Andrea Luchetta in Val Seriana

Stasera in TV: Speciale Tg1 "Mòla mia" (Non mollare) su Rai1 - Il viaggio di Andrea Luchetta in Val Seriana Stasera in TV: Speciale Tg1 "Mòla mia" (Non mollare) su Rai1 - Il viaggio di Andrea Luchetta in Val Seriana  Milleduecento morti per Covid. In Val Seriana, in poche settimane, se n’è andato quasi l’1% della popolazione. Un’ondata di dolore paragonabile solo al Vajont, per la violenza sconfinata e le dimensioni ridotte del territorio. A Speciale Tg1, domenica 13 settembre su Rai1 alle 23.30, il viaggio di Andrea Luchetta in Val Seriana dove tutto è precario, fragile, mimetico – una paura, un dolore che scavano sottopelle e richiederanno anni di lavoro. Una paura che si fa ansia crescente in vista dell’autunno.
Per settimane è sfuggita persino la portata dell’epidemia. Molte persone sono soffocate nel proprio letto, appese a un centralino in attese infinite. C’è chi ha vegliato la madre fino all’ultimo respiro, accompagnandola con la morfina o con una preghiera; e chi si è visto portar via i propri cari all’improvviso, per ricevere dopo mesi un’urna cineraria e una cartella clinica. Risalendo il corso del Serio, il virus ha messo a nudo le fragilità del sistema sanitario lombardo, e la generosità dei suoi operatori.
“Andrà tutto bene” sin dai primi giorni è apparso stonato in queste terre, come i canti sui balconi nel resto d’Italia. “Mòla mia”, non mollare, è il mantra che la Bergamasca ha scelto come stella polare. E “Mòla mia” offrirà la bussola degli anni a venire, in un futuro che sarà in primo luogo una storia di riabilitazioni.
Riabilitazione fisica per le persone uscite dalle terapie intensive, incapaci di sollevare un cucchiaino dopo settimane di coma. Riabilitazione psicologica, per chi ha visto la morte irrompere con tanta ferocia e non ha potuto nemmeno vivere il conforto di un abbraccio. E infine riabilitazione comunitaria, per un territorio che si è sentito abbandonato, e ha visto cadere una generazione, la più attiva nella cura degli altri.
Per quanto suoni paradossale, però, è difficile lasciare la Val Seriana senza ottimismo. Perché il dolore ha offerto la possibilità di ripensare le relazioni, il tempo, il senso della propria esistenza. Comunità è la parola d’ordine che rimbalza da Nembro a Valbondione. È come se la Valle fosse stata investita da un’ondata di consapevolezza, di cui è possibile cogliere i segni nelle mille iniziative solidali fiorite sin dai giorni più duri. “Mòla mia” è la scelta di una terra che non sa rassegnarsi.

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