Stasera in tv torna l’appuntamento con RAInchieste

L’indagine di Piero Angela sulla parapsicologia

Stasera in tv torna l’appuntamento con RAInchieste
L’inchiesta che nel 1978 provocò numerose polemiche sui giornali: “Indagine sulla parapsicologia” di Piero Angela, nella quale il giornalista torinese confutava le pratiche esoteriche che trovavano grande popolarità nel pubblico dei media. La ripropone Giorgio Zanchini nella puntata di “RAInchieste”, curata da Arnaldo Donnini, in onda giovedì 29 maggio alle 21.10 in prima visione su Rai Storia.
Nell’inchiesta – in cinque puntate – Angela intendeva fare luce sui fenomeni paranormali, allo scopo di verificarne l’autenticità da un punto di vista rigorosamente scientifico. Il lavoro di preparazione durò oltre un anno, nel corso del quale Angela realizzò un numero considerevole di interviste con scienziati e ricercatori di parapsicologia per mettere a confronto i diversi pareri degli specialisti sulle presunte facoltà di medium, veggenti, guaritori, rabdomanti e simili. Grazie all’aiuto di questi e altri addetti ai lavori Angela riuscì, di puntata in puntata, a porre sotto esame e a confutare alcuni dei più celebri casi di paranormale, a partire da quello dell’israeliano Uri Geller, noto per le sue pretese capacità nel piegare cucchiai, fermare orologi e riprodurre disegni con la sola forza del pensiero.
RAInchieste” è un programma a cura di Fabrizio Marini, Enrico Salvatori e Serena Valeri, produttrice esecutiva Alessandra Giorgi; la terza puntata è a cura di Arnaldo Donnini.

Nell’aprile del 1978, almeno a livello nazionale, lo spettatore italiano aveva sostanzialmente a disposizione due soli canali televisivi, entrambi RAI: il Primo (poi Rai Uno) e il Secondo (poi Rai Due). Nella tarda serata del 1° aprile aveva quindi la possibilità di scegliere fra due diversi programmi: una commedia di Goldoni sul Secondo, oppure, alle 21 e 50, la prima puntata di una nuova trasmissione televisiva, condotta da Piero AngelaIndagine sulla parapsicologia. Non Indagine critica come oggi spesso la si ricorda: l’aggettivo fu aggiunto solo in occasione di una successiva replica.

Raiplay.

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