A “Basta la Salute” truffe nella ricerca scientifica
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A “Basta la Salute” truffe nella ricerca scientifica

E il ruolo dell’intelligenza artificiale

A “Basta la Salute” truffe nella ricerca scientifica
È dedicata alle truffe scientifiche nel settore della salute e all’impatto della nuova intelligenza artificiale sulla ricerca e sviluppo di nuovi farmaci e terapie la puntata speciale di “Basta la Salute”, il settimanale di medicina e sanità a cura di Gerardo D’Amico, in onda mercoledì 5 febbraio alle 16.40 e 21.40 su Rainews24.
Solo nel 2023, secondo la rivista scientifica Nature, sono stati ritrattati 10mila studi scientifici pubblicati anche su riviste molto prestigiose. E si arriva a 50mila contando quelli degli anni precedenti: 500 riguardavano il Covid e, a suo tempo, hanno scatenato polemiche ed entusiasmo tra i novax, ma erano ricerche errate o truffaldine.
Partendo dal primo Congresso sulla integrità della ricerca scientifica organizzato dal Cnr, Andrea Grignolio, docente di Storia della Medicina all’Università San Raffaele di Milano, parlerà di quali siano state le truffe più diffuse nel passato, dall’olio di serpente alla bufala su vaccini e autismo di Wakefield. Enrico Bucci, docente di Biologia dei sistemi alla Temple University Rome Campus spiega, invece, come con le nuove app di intelligenza artificiale sia non solo possibile creare dal niente uno “studio” pronto per la pubblicazione su qualunque argomento scientifico, ma anche – ed è l’aspetto più inquietante – la peer review, il controllo che le riviste scientifiche devono effettuare prima della pubblicazione, e che sempre più spesso è affidato proprio all’intelligenza artificiale che quegli “studi” ha confezionando pescando dalla sterminata bibliografia sul web: ogni parola è vera, ma il loro assemblaggio è una truffa. Di più: neppure con l’intelligenza artificiale è possibile risalire a quella macchinazione, e il rischio è che tutta la produzione scientifica venga inficiata.
Infine, il farmacologo Silvio Garattini spiegherà quali devono essere i canoni della ricerca scientifica deontologicamente corretta, mentre la direttrice della Commissione per l’Etica del Cnr Caporale quale informazione deve essere veicolata al grande pubblico.

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