Vai al contenuto

IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO – Correva l’anno, il mese, il giorno… 2 marzo 1981

IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 2 marzo 1981 IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 2 marzo 1981Correva l’anno, il mese, il giorno… 2 marzo 1981

È il 2 marzo 1981, e gli anni Settanta sono tutt’altro che finiti.

IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 2 marzo 1981 IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 2 marzo 1981Il paese è spaccato, la tensione sociale alle stelle, l’inflazione viaggia a livelli sudamericani, toccando la quota record del 22%. Soprattutto, si spara ancora e di continuo. La coda della stagione cupa del terrorismo mette a segno, in quei primi mesi dell’anno, colpi particolarmente feroci.

L’opinione pubblica, e la politica, si sono divise nelle settimane precedenti in un aspro dibattito sull’opportunità o meno di rendere pubblici i comunicati delle Brigate Rosse, che in quel momento detenevano in stato di sequestro il magistrato Giovanni D’Urso. È un momento particolarmente drammatico: Radicali, Socialisti e la parte della sinistra extraparlamentare rappresentata dal gruppo de il Manifesto, si schierano per accogliere le richieste brigatiste, rendere pubblici i comunicati e salvare la vita al magistrato. Con loro, alcune vedove illustri del terrorismo, a partire dalla moglie di Aldo Moro, alcuni organi di stampa (la minoranza) e la famiglia di D’Urso (drammatico l’appello della figlia, che sfruttando uno spazio televisivo messo a disposizione dai Radicali di Pannella lesse un delirante comunicato delle BR). Ferocemente contrari PCI, PSDI e la maggior parte della stampa.

Ambigua, al solito, la posizione della DC e del governo. Alla fine, almeno questa volta, aveva prevalso la linea della concessione e pochi giorni prima quel 2 marzo d’Urso era stato liberato. Non senza contraccolpi per la politica, però: Forlani, presidente del consiglio ed esponente di spicco della DC, finisce nel mirino, e con lui l’intero partito. Una caduta libera che porterà Forlani alle dimissioni e alla nomina, a giugno e per la prima volta dal dopoguerra, di un capo di governo non democristiano, il repubblicano Giovanni Spadolini.

Ma questo è niente a confronto della bomba che, proprio in quel marzo, sta per esplodere portando uno scompiglio senza precedenti nella politica e nella società italiana.

IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 2 marzo 1981 IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 2 marzo 1981Andiamo con ordine. Una manciata di settimane prima, negli Stati Uniti, ha prestato giuramento il repubblicano ed ex divo di Hollywood Ronald Reagan: sarà il quarantesimo presidente della storia americana. Un attore nella stanza dei bottoni più importante del mondo, fa ovviamente notizia, non solo nella pagina politica, ma anche – forse soprattutto – in quella del costume. Si sprecano i reportage sui party per celebrare l’insediamento. Presenza fissa, l’italiano Licio Gelli, storico amico di Nixon e di tutto il conservatorismo americano più spinto. Ecco, pochi giorni dopo quel 2 marzo, Licio Gelli dalle cronache delle feste a stelle e strisce sarà scaraventato direttamente in prima pagina: nell’ambito dell’inchiesta sul dissesto del Banco Ambrosiano, i magistrati Gherardo Colombo e Giuliano Turone emettono un mandato di arresto proprio per Licio Gelli. Al momento dell’irruzione delle forze dell’ordine nella sua villa, Gelli non è presente, ma dalla perquisizione viene alla luce uno dei documenti più inquietanti della storia della repubblica: una lista di 962 affiliati a una loggia massonica denominata P2 di cui Gelli sarebbe “maestro venerabile”, una loggia operativa da tempo con il preciso intento di impedire l’avanzamento democratico del nostro paese, frenando ogni impulso riformatore e progressista con ogni mezzo, compresa la connivenza con la criminalità organizzata, i servizi segreti deviati e la destra stragista.

Il terremoto che seguirà, segnerà definitivamente la fine della fiducia verso la trasparenza della classe politica.

A questa cupezza, a questo inguaribile torbido che sembra da sempre governare come il più inquietante dei burattinai la storia di questo paese, la musica, quel benedetto 2 marzo 1981, sembra essere la reazione rabbiosa.

La top ten di radio, vendite e jukebox, è infatti una rara sequenza di bellezze luminose, perle e delizie a fare da controcanto all’orrore grigio e impalpabile che stritola in quei giorni tanto la nostra storia quanto il nostro quotidiano.

IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 2 marzo 1981 IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 2 marzo 1981Iniziano a farsi strada le hit del Festival di Sanremo appena concluso, un’edizione condotta da Claudio Cecchetto e che ha segnato il rilancio definitivo della kermesse. Al decimo posto fa capolino la bellissima e ipnotica ballata elettrorock Per Elisa, scritta da Franco Battiato e Giusto Pio e cantata da Alice, che proprio a Sanremo ha trionfato a sorpresa e contro ogni pronostico (https://www.youtube.com/watch?v=V6RB6fe-jFc).

Come in uno schema perfettamente simmetrico, un’altra voce divina occupa il primo posto: Barbra Streisand con l’immortale Woman in Love (https://www.youtube.com/watch?v=CzQPJy8Q6qE).

IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 2 marzo 1981 IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 2 marzo 1981Rabbiosa e a tratti caustica la canzone di Alice, delicata, avvolgente e piena di speranza quella della Streisand, quasi a coprire, in due pezzi così diversi, l’intera gamma di un sentimento complesso come l’amore.

E di cui, evidentemente, in quel 2 marzo se ne sentiva più bisogno del solito.

IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 2 marzo 1981 IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 2 marzo 1981Al secondo posto, un altro brano che ha fatto epoca, vale a dire Cervo a primavera, interpretata da Riccardo Cocciante, anche autore delle musiche, sulle parole scritte da Mogol (https://www.youtube.com/watch?v=pFdlygK4KHg). Il significato della hit va senza ombra di dubbio ricercato nell’esperienza personale di Mogol, fresco di divorzio artistico, assolutamente traumatico, da Lucio Battisti. Quel reiterato “rinascerò amico mio, amico caro”, allude senz’altro a una resurrezione poetica e artistica dalle ceneri di un rapporto leggendario finito in frantumi, a un’ispirazione ritrovata nella nuova collaborazione con l’emergente Cocciante. Il successo del brano, oltre alla sua bellezza oggettiva e ispirata, è come un simbolo del bisogno di rinascere di un intero paese continuamente ferito a morte.

IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 2 marzo 1981 IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 2 marzo 1981La fame di bellezza è il motore che porta in sesta posizione uno splendido singolo dei Police di Sting, Don’t Stand So Close To Me, tra i più celebri e immortali del favoloso repertorio della band (https://www.youtube.com/watch?v=KNIZofPB8ZM). Una canzone che riprende l’eterna tematica dell’amore, ma declinandola – con estrema e invidiabile leggerezza – nell’aspetto scabroso dell’amore, comunque platonico, tra studentesse e insegnante. Il riferimento a Nabokov, l’autore di Lolita, non mancò di scatenare polemiche, corroborate dal fatto che lo stesso Sting per un periodo aveva intrapreso la carriera di insegnante. La canzone è comunque irresistibile, e nello spazio di un niente, sarebbe balzata sul podio.

IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 2 marzo 1981 IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 2 marzo 1981Ma in termini di bellezza, l’esplosione autentica la troviamo al quinto posto. Qualche mese prima, in novembre, era uscito Double Fantasy, splendido disco firmato, dopo cinque anni di silenzio, da John Lennon. Ma nemmeno il tempo di iniziare la promozione, che l’8 dicembre, a New York, John Lennon moriva nella più assurda e inconcepibile delle maniere, freddato da cinque colpi di pistola esplosi dal fanatico Mark David Chapman, che pose tragicamente fine alla vita di uno dei più fulgidi geni della storia della musica di ogni tempo e spazio. L’emozione per quella morte così assurda, portò l’album nelle prime posizioni di mezzo mondo, Italia compresa. Dove, dopo mesi, ancora resisteva in Top Ten il primo singolo, la sublime Starting Over.

John Lennon se ne andava così, stroncato da un tempo oscuro, folle e violento che già si spacciava per rinascita, se ne andava così come l’epoca dei grandi sogni e delle grandi speranze che nessuno meglio di lui aveva saputo rappresentare.

Solo la musica, per fortuna, pare non morire e resistere, per dirci ancora, con tutta la più commovente ostinazione, di continuare a sognare, ché solo avendo il coraggio di sognare riusciremo a renderlo appena appena più decente, questo mondo martoriato…

It’s time to spread our wings and fly

Don’t let another day go by my love

It’ll be just like starting over…

Autore

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Send this to a friend