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Oggi in tv torna Dorian. L’arte non invecchia

Mario Giacomelli

Oggi in tv torna Dorian. L'arte non invecchia Oggi in TV: Nuova puntata di Dorian. L'arte non invecchia

Uno sguardo intimo nella mente di uno dei più grandi maestri della fotografia italiana. Attraverso una lunga intervista d’epoca, Giacomelli racconta la sua esperienza unica e approfondisce la sua visione artistica, offrendo spunti preziosi sulla creatività, l’ispirazione e il processo creativo dietro le sue iconiche immagini in “Dorian. L’arte non invecchia”, in onda in prima visione mercoledì 22 maggio alle 19.20 su Rai 5. Un viaggio nel cuore e nell’anima di un genio fotografico, introdotto da Alessandra Mauro, storica della fotografia.

Il periodo storico e le difficili vicende familiari (orfano di padre a soli 9 anni) costrinsero Mario a non continuare gli studi e aiutare la famiglia come garzone presso la Tipografia Giunchedi (aveva soli tredici anni) mentre la madre faceva la lavandaia all’ospizio di anziani della città. Dopo la guerra ritorna nella tipografia, dopo aver partecipato ai lavori di ricostruzione dai bombardamenti, come operaio tipografo. Nel 1950 decide di avviare in proprio l’attività, a permettergli il gran passo, prestandogli i suoi risparmi, sarà un’anziana dell’ospizio in cui la madre lavorava: nasce così la “Tipografia Marchigiana”, sotto i Portici Ercolani, in seguito trasferita in Via Mastai 5, negli anni divenuta punto di riferimento e luogo d’incontro con il fotografo, lui che, era risaputo, non amava spostarsi troppo dalla sua cittadina marittima.

Nel 1953, Giacomelli acquista una Bencini Comet S (CMF) modello del 1950, con ottica rientrante acromatica 1:11, pellicola 127, otturazione con tempi 1/50+B e sincro flash. Era Natale e va in spiaggia, scatta la sua prima foto L’approdo, la celebre fotografia della scarpa trasportata dalle onde sulla battigia, con la quale Giacomelli capisce di volersi esprimere d’ora in avanti con il mezzo fotografico.

Inizia a fotografare parenti, colleghi e gente della sua cerchia amicale. In quegli anni si appoggia per la stampa allo studio fotografico di Lanfranco Torcoletti di via Mastai, il quale gli presentò Giuseppe Cavalli.

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