Paradisi da salvare stasera su Rai 5: viaggio nel Santuario di Umphang tra natura e biodiversità

Un viaggio nella natura selvaggia del Sud Est asiatico attende gli spettatori di Rai 5. Mercoledì 8 ottobre alle 22.15 va in onda “Paradisi da salvare”, dedicato al Santuario di Umphang.

Il Santuario di Umphang: un’arca di Noè asiatica

Sul confine fra Thailandia e Birmania si trova una regione montuosa coperta da foresta. Al suo interno si nasconde l’enorme cascata di Thi Lo Su.

Questa meraviglia naturale è il biglietto da visita del Santuario di Umphang. Si tratta di uno dei parchi protetti più importanti della Thailandia.

La biodiversità che racchiude lo rende una sorta di Arca di Noè asiatica. Qui vivono infatti numerose specie di fauna selvaggia, di cui 28 a rischio di estinzione.

Alberi e piante: fonte di vita per gli animali

Alberi secolari e piante da frutto garantiscono agli animali una fonte sicura di cibo. Questa risorsa risulta preziosa anche nei mesi di siccità, quando il calore soffoca ogni forma di vita.

Fra le piante più apprezzate dalla fauna locale c’è il fico strangolatore. A dispetto del nome minaccioso, si rivela una risorsa straordinaria per vari tipi di uccelli.

Tra questi spiccano i buceri smerlati, una specie molto rara con un comportamento singolare. Per proteggere le uova dai predatori, il maschio barrica la femmina all’interno del nido. La nutre poi con le prede che le passa attraverso una piccola fessura.

I gibboni e i pipistrelli: abitanti acrobatici

Meno possessivo ma comunque territoriale è il gibbone dalle mani bianche. Questo eccezionale acrobata è famoso per le sue sofisticate vocalizzazioni.

Si esprime infatti attraverso richiami complessi che esegue anche in coppia per allontanare i rivali. Un sistema di comunicazione raffinato che caratterizza la specie.

Poi c’è il minuscolo pipistrello asiatico, abitante delle rupi calcaree. Questo grande consumatore di frutta mangia di notte mentre compie un magico balletto.

Gli elefanti: architetti della foresta

La ricchezza di questo ambiente permette anche la presenza degli elefanti asiatici. Sono considerati i veri architetti della foresta per il loro ruolo ecologico.

Eliminano infatti le piante che invadono il sottobosco e favoriscono la crescita dell’erba. Questa risulta necessaria ai piccoli erbivori che popolano l’area.

Per quanto questa specie sia considerata sacra, è stata a lungo impiegata dall’uomo. Nel lavoro dei campi o per il trasporto di legna, gli elefanti hanno sempre affiancato le comunità locali.

Il legame tra elefanti e custodi

Ogni elefante vive in sintonia con il suo custode, che se ne prende cura. Uno dei custodi racconta la saggezza di questi animali nel documentario.

Sono infatti capaci di riconoscere nella foresta le piante necessarie alla loro salute. Molte di queste risultano utili anche all’uomo, come l’albero di tamarindo.

Una saggezza che tuttavia rischia di andare persa con la riduzione delle popolazioni. Oggi si contano solamente 4000 pachidermi, metà dei quali vivono in natura.

Le minacce alla biodiversità

Pur essendo una terra di eccezionale biodiversità, il Sud Est asiatico affronta grandi sfide. È infatti la prima regione al mondo per il numero di specie vulnerabili.

Elefanti, buceri, gibboni e tigri rischiano di scomparire non solo per il bracconaggio. Anche l’aumento di piantagioni di gomma e di olio di palma minaccia il loro habitat forestale.

Fortunatamente, la biodiversità di questi parchi nazionali è in ottime condizioni. È tutelata da guardiani, scienziati e giovani volontari che lavorano per preservare questo patrimonio naturale.

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