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Recensione: “Atlante dei paesi fantasma” – Il viaggio della memoria

Recensione: "Atlante dei paesi fantasma" - Il viaggio della memoria Recensione: "Atlante dei paesi fantasma" - Il viaggio della memoriaAtlante dei paesi fantasma
di Riccardo Finelli
Sonzogno Editore

Sono tanti i paesi che stanno scomparendo sotto uno strato di incuria, rovi e tempo che scorre. Spopolati per necessità umana o cause naturali, i paesi fantasma d’Italia raccontano storie che pochi sono in grado di ascoltare davvero.

Tuttavia l’Italia che sta scomparendo sotto il peso degli anni e dell’abbandono, vive ancora lungo tutta la penisola in case senza finestre, senza porte, senza abitanti. Perchè forse è proprio come scrive Riccardo Finelli, le vecchie pietre riescono a trattenere pezzetti dell’anima di coloro che le hanno abitate e poi abbandonate.

La natura, è una delle prime responsabili di questo abbandono, ciclicamente attacca con terremoti e inondazioni e nei secoli spinge migliaia di persone ad andare altrove per salvarsi. Ma anche necessità, errori umani, scomodità o, semplicemente, destino.

Se alcuni di questi luoghi hanno nomi poetici e suggestivi come “Buonanotte”, altri rimangono solo nella memoria di chi vi ha abitato e poi è andato via.

Questo libro, chiamato non a caso “atlante” è un viaggio nelle case, nelle vite e nelle storie che ancora potrebbero raccontare i paesi fantasma di Italia, perché è vero che tornare indietro è sempre più difficile che guardare avanti, ma ripopolare i paesi abbandonati attraverso iniziative, progetti di ricostruzione e persino di cambio d’uso, al fine di ridar loro vita, non è un investimento su un passato che non c’è più, ma una garanzia sul futuro e sulla memoria.

Questo è quanto si raccoglie, pagina dopo pagina, attraverso il sapiente modo di raccontare di Finelli, dei 20 paesi fantasma, Alianello, Apice, Poggioreale, Cairo, Consonno, Monteruga e tutti gli altri, dove il tempo sembra essersi fermato e il silenzio regna sovrano, quasi fossero vittime di un incantesimo.
Veri e propri simulacri d’altri tempi, immersi in zone impervie fra monti e valli e spesso inghiottiti dalla vegetazione. Luoghi suggestivi dall’eterno fascino, dislocati qua e là nel bel mezzo della natura incontaminata, in perfetta armonia con il paesaggio circostante.
Seppur pervasi da un certo senso di inquietudine, ognuno di questi luoghi, ha un proprio carattere e una storia e un fascino tutti da scoprire.

Esiste cioè una bellezza particolare nella polvere che il tempo disperde nei luoghi e una seduzione singolare nei brandelli delle cose che non servono più.

Quella relazione che ognuno di noi stabilisce con le rovine, con i luoghi inattuali dove il tempo procede con lentezza.

L’abbandono livella i destini, i ruderi sono simili nel colore, negli spacchi, nelle infestazioni della natura, ma essi sono sono anche pieni di tutte le vite di chi ci ha preceduto, delle lacerazioni delle guerre, della furia della natura. E l’autore nel raccontare dà voce a tutto questo, ma anche a chi è rimasto, a chi è tornato, a chi coltiva la speranza.

Questo libro illustrato con cura da Alessandra Scandella, somiglia a un gesto di accudimento nei riguardi dei luoghi abbandonati. Una forma di premura verso i ruderi, verso le pietre scabre che non attendono altro se non la parola di chi le guarda.

Basta poco per ridare vita a questi luoghi, visitandoli, parlandone, scrivendone, dando loro significati nuovi, perchè i paesi abbandonati, con la loro poetica stramba e malinconica, sono alla radice di tutto quanto noi siamo.

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