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Recensione: “I manga. Introduzione al fumetto giapponese” – Studi su una “forma narrativa”

Recensione: "I manga. Introduzione al fumetto giapponese" - Studi su una "forma narrativa" Recensione: "I manga. Introduzione al fumetto giapponese" - Studi su una "forma narrativa"Il Manga. Introduzione al fumetto giapponese
di Marco Pellitteri
Carocci Editore

Manga è una parola giapponese, composta da man, traducibile in “disegno casuale” o anche “segno realizzato per far sorridere”, e ga, che vuol dire “scrivere/disegnare”: letteralmente significa quindi “immagini comiche per far sorridere l’osservatore”.

La nascita del manga, su suggerimento dell’etimo, si presenta come cifra di un fenomeno culturale estremamente importante: l’opera artistica, senza uno scopo a monte, dischiude, a valle, una rivoluzione. Lo sviluppo di un genere artistico nuovo, l’introduzione della caricatura e del fumetto non nacquero con un proposito prestabilito: ma fu quella vaga libertà di espressione, sondata ed esplorata da personaggi del calibro di Hokusai, a permettere e preparare, diversi secoli più tardi, lo scatenarsi di uno dei fenomeni artistici fra i più universali e pervasivi.

Perchè se il manga non è nient’altro che un fumetto, e più precisamente un fumetto giapponese, è stato un fenomeno culturale che dalle antiche origini , tra gli anni ’80 e ’90 ha letteralmente invaso il resto del mondo, affermandosi per la particolarità della grafica e l’originale stile di narrazione.

Ma come tiene a sottolineare il Pellitteri, il fumetto non è solo un genere, è una forma narrativa. E in quanto medium è un contenitore che può trasmettere una finction o un racconto documentario, o essere specchio e testimone dei tempi in cui nasce, secondo la scelta e la sensibilità dei vari autori.

Il saggio di Pellitteri ne narra l’origine, l’evoluzione, ma non solo. Indaga anche sul suo rapporto con l’arte, l’industria, la propaganda bellica e i cambiamenti sociali, il femminismo e l’espansione editoriale. Il tutto sottolineando le reciproche influenze tra mondo orientale ed occidentale.

Si pensa che la primissima forma di manga sia nata attorno al XII secolo, quando venivano usati i rotoli di pergamena emaki; il più famoso esempio di emaki è il choju jinbutsu giga (caricature dei personaggi della fauna selvatica), che rappresentava animali antropomorfi come rane o conigli. Sono stati gli artisti del XVIII secolo, tra cui il celebre maestro di ukiyo-e Katsushita Hokusai, a coniare la parola manga per indicare le loro raccolte di disegni, ma questo termine diventerà di uso comune solo due secoli più tardi.

Con l’occupazione americana del Giappone durante la Seconda Guerra Mondiale, i manga vengono influenzati dai fumetti e cartoni animati della cultura occidentale, trasformandosi a poco a poco in un prodotto unico.

Con un’indagine sapiente il saggio esplora i continui influssi tra oriente e occidente e la costante evoluzione dei Manga che sta al passo del mutato scenario tecnologico e sociale. L’impatto dell’avvento del digitale e la nascita del web comics.
Ampio spazio è riservato anche alla figura del mangaka (fumettista) e del suo rapporto col sistema produttivo e editoriale che spesso “li ingabbia in contratti estremamente rigidi ed esigenti”.

44 illustrazioni ci accompagnano in questo viaggio, raccontando per immagini la stessa storia artistica, culturale, tecnologica che l’autore sapientemente ci regala. Un saggio per studiosi e appassionati, ma non solo…

Perchè l’impatto che questi fumetti hanno avuto sull’immaginario collettivo è stato talmente forte da influenzare l’anima stessa del Giappone, identificato ora come la patria di figure dai grandi occhi, abiti stravaganti e mostri variopinti.
ll Giappone, è oggi per tutti, la terra della tradizione, della tecnologia, dei samurai… e dei manga!

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