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Recensione: “Simon” – Effimero, sfuggente, come l’odore del mare

Recensione: "Simon" - Effimero, sfuggente, come l’odore del mare Recensione: "Simon" - Effimero, sfuggente, come l’odore del mareSimon muore di ictus.

Fedifrago impenitente, eppure molto amato, riesce a riunire con la sua morte, tutte le amanti significative della sua vita, moglie compresa.

Nel corso dei capitoli, si scopre che le vite di queste donne si erano in qualche modo già incrociate in passato e in una sorta di flashback individuale, ognuna delle loro personalità sarà mostrata in tutta la propria complessità.

Simon di Narin Abgarjan, edito da Francesco Brioschi Editore, è un romanzo rivoluzionario.

È scritto con grandissima sapienza stilistica e la meravigliosa traduzione dal russo rende onore alla prosa.

Drammatico e struggente nel contenuto, si lascia leggere con voracità perché narrato con leggerezza e ironia.

Il lettore è condotto dall’autrice a questo funerale dove conosce e osserva ciascuna delle amanti di Simon con gli occhi della moglie Melanja ed è infatti portato a giudicarle severamente per la loro apparente esuberanza.

È la morbosità del pregiudizio, sentimento tipico della mancanza di conoscenza, che induce a empatizzare inizialmente con la povera moglie tradita.

Conoscendo pian piano da vicino le anime di queste donne, il pregiudizio si smonta e lascia spazio alla comprensione umana e alla commozione.

Ciascuna di loro infatti mostra trascorsi di fatica, dolore, violenza, ha conosciuto il disamore e trova in Simon un motivo per sopravvivere.

Simon, con le sue premure, differenti per ognuna di loro, con il suo darsi totalmente a ciascuna di loro, come se fosse l’ultima e l’unica donna da amare, è diventato sogno, balsamo e cura.

Simon l’istrionico, il Casanova, quello che quando va via lascia sempre un dono materiale, ha elargito in realtà a queste donne un dono ben più grande, lasciando emergere in loro la capacità, perduta, di amare ancora.

Eppure l’amore di Simon, nonostante le apparenti premure, è effimero, sfuggente, come l’odore del mare a cui si fa spesso riferimento nel romanzo e che in Armenia non c’è, ma che con il suo vago sentore di sale lenisce e caustica le ferite inferte: mare e amore, balsamo per il dolore.

E lenitiva è anche la solidarietà, che allevia la solitudine di queste protagoniste e che si manifesta nelle vesti di una stramba donna strabica, che in realtà pare veda e senta meglio di tutti.

La rivoluzione di questo romanzo è dunque proprio nella sua capacità, tra il visionario e il surreale, di sublimare una brutta realtà e stravolgere il giudizio.

Quello che della vita di queste donne potrebbe apparire squallido e grottesco, costituisce in realtà l’essenza del loro cambiamento, capace di scuotere l’ordinario e rivelare l’eccezionale.

Non si può non adorare il rocambolesco e inconsapevole Simon, che nel suo tentativo di trarre piacere dalle sue avventure, riesce a farsi specchio per mostrare l’anima meravigliosa e colma d’amore di tutte le sue donne.

Note dalla Redazione Puntozip:
Narine Abgarjan torna in libreria con questo nuovo romanzo in cui sensualità, dolcezza e umorismo si intrecciano sullo sfondo dei traumi che hanno colpito l’Armenia nel XX secolo, dopo il grandioso successo di E dal cielo caddero tre mele

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