Vai al contenuto

Recensione: Totalitarismo 100. Ritorno alla Storia – L’urgenza di definire una realtà

Recensione: Totalitarismo 100. Ritorno alla Storia - L'urgenza di definire una realtà Recensione: Totalitarismo 100. Ritorno alla Storia - L'urgenza di definire una realtàTotalitarismo 100. Ritorno alla Storia
di Emilio Gentile
Salerno Editrice

In questi ultimi anni si è creato un forte dibattito nel rapporto tra parola e realtà: in un continuo gioco di scambi e riflessi, l’essere umano usa le parole per plasmare la realtà, ma a volte anche la realtà richiama perentoriamente l’attenzione dell’uomo e gli chiede di prestarle la voce, le parole, per definirla e trasmetterla nel tempo. Emilio Gentile, professore emerito della Sapienza Università di Roma, indaga questo ultimo aspetto nel suo libro Totalitarismo 100. Ritorno alla Storia per Salerno Editrice, facendoci percorrere un periodo storico che, per quanto temporalmente passato, accende innumerevoli dibattiti nel presente.

Sulla copertina troneggia la Marcia su Roma di Giacomo Balla, dove la figura scura e austera di Mussolini fa da perno centrale, nella sua tipica posizione con i pugni appoggiati ai fianchi, circondato dai suoi collaboratori. Tutti hanno un volto serio e sono coinvolti in un movimento uguale e compatto, quasi militaresco. Non poteva esserci scelta migliore per trasmettere graficamente quel senso di assoluto che nasce dal sostantivo totalitarismo che nacque proprio durante il periodo fascista, anche se non furono i fascisti a coniare la parola, bensì gli italiani antifascisti quando fu imposto il partito unico. Gentile indaga su come gli eventi portarono all’urgenza di definire quella realtà in un periodo di movimenti, di lotte e ideologie estreme.

Il testo si apre proprio ponendo a se stesso e al lettore l’interrogativo se, quando il partito fascista ottenne il potere con la marcia su Roma, Mussolini sapesse già quello che voleva e la risposta è affermativa. Tuttavia, la risposta non è solo frutto di deduzioni o ipotesi, ma si ricava da documenti storici come la rivista mussoliniana Gerarchia dove, il 25 agosto 1922, veniva dichiarato che lo scopo del fascismo era la distruzione dello Stato liberale perché veniva visto come fondato sul compromesso e, perciò, destinato a fallire. Da lì a definire il regime totalitario e a creare la parola totalitarismo il passo fu breve e fu sicuramente centrato, ma Il termine non si applicava all’ideologia o ai progetti, bensì all’azione pratica e all’organizzazione che ne era nata. Successivamente, e in breve tempo, l’espressione si espanse oltre i confini europei arrivando a definire il regime nazista e anche quello bolscevico. L’autore analizza, però, anche il cancellazionismo che ne ha generato, una specie di negazionsimo che si avvale della parola per negarne l’assegnazione alla prassi fascista.

Con uno stile ben costruito e diretto, Totalitarismo 100. Ritorno alla Storia si pone nella letteratura del settore come una guida consapevole di uno dei periodi più difficili della storia italiana e internazionale. Ci stimola a riflettere sul potere della parola e sull’importanza di trovare le definizioni che ci possano permettere di guardare la realtà per renderla comprensibile anche a chi quella stessa realtà non la vive direttamente, in modo tale da riconoscerla, distinguerla, capirla anche quando i volti e i nomi dei protagonisti cambiano.

Autore

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Send this to a friend