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Stasera in tv ’14-’18 Storie della Grande Guerra

Luca Comerio, l’uomo con la macchina da presa

Stasera in tv '14-'18 Storie della Grande Guerra

Luca Comerio, cineasta ufficiale della Grande Guerra e prima ancora della guerra in Libia, ha ripreso alcune tra le immagini più suggestive del primo conflitto mondiale. Raccontare la singolare storia di questo pioniere del reportage cinematografico significa raccontare la storia dell’unico civile, in Italia, a ottenere il privilegio di assistere con un terzo occhio alla guerra. Un personaggio al centro da “’14-’18 Storie della Grande Guerra” giovedì 11 aprile alle 22.45 su Rai Storia. Ma, oltre al conflitto, il programma ripercorre la storia di un’arte, quella del cinema, assoggettata ben presto al regime di Stato. Dopo la disfatta di Caporetto, infatti, nel 1917, venne costituita la Sezione Cinematografica del Regio Esercito che assunse il monopolio delle riprese.

Nel 1907 vinse il concorso fotografico Hennemann, per un fotomontaggio di immagini che ritraevano la vita nella città di Milano, e ricevette un premio di cinquecento lire. Con i soldi del premio, Comerio si recò a Parigi e acquistò una cinepresa Pathé. Con il nuovo apparecchio si imbarcò sul panfilo reale Trinacria ed effettuò le riprese della crociera di Re Vittorio Emanuele III nel Mediterraneo. Il servizio gli valse la nomina a fotografo ufficiale della Real Casa e anche di fotografo personale del re.

Nel settembre dello stesso anno passò alla produzione cinematografica con la costituzione a Milano della Luca Comerio & C., prima manifattura cinematografica della città meneghina. Nel luglio 1908 la Comerio si unì ad un’altra società la SAFFI (Società Anonima Fabbricazione Films Italiane), e si diede vita alla SAFFI-Comerio. Con questa società Comerio fece costruire un grosso e moderno stabilimento cinematografico, dotato di un teatro di posa, su un’area di 22.000 m² situato nel quartiere Turro.

In qualità di produttore cinematografico, Comerio iniziò con la realizzazione di numerosi reportage d’attualità, per poi dedicarsi anche ai film d’arte e «a soggetto».

 

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