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Stasera in tv “5000 anni e più. La storia dell’umanità”

Odissea: l’enigma Omero

Stasera in tv "5000 anni e più. La storia dell'umanità"

Chi era Omero e qual è il significato dell’Odissea? Nel corso di sei puntate, “5000 anni e più. La lunga storia dell’umanità” – in onda da martedì 20 febbraio alle 21.30 su Rai Storia – propone “Odissea” di Massimo Brega, che segue le tracce di Ulisse, conosciuto anche con il nome greco di Odisseo, un eroe attuale come quasi tremila anni fa, in un viaggio attraverso alcuni dei paesaggi e delle acque più affascinanti del Mediterraneo. In studio, Giorgio Zanchini con un esperto della materia introduce i temi delle diverse puntate attraverso le quali si cercherà di rivelare le origini dei miti narrati nell’Odissea e di risolvere gli interrogativi che ancora circondano una delle più grandi opere letterarie dell’umanità e il suo enigmatico autore. Nel primo episodio, in onda martedì 20 febbraio, si parte dell’enigma Omero: l’identità del padre della letteratura occidentale è ancora una questione aperta e la sua rimane una figura avvolta nel mistero. Il creatore dell’Odissea potrebbe essere stato un bardo cieco, o una bella principessa siciliana, o l’espressione artistica di una comunità, tramandata attraverso il canto. La più antica testimonianza scritta dell’Odissea può offrire diverse indicazioni ai ricercatori contemporanei. In studio, con Giorgio Zanchini, Silvia Romani, professoressa di Mitologia, di Religioni classiche e di Antropologia del mondo classico all’Università degli Studi di Milano.

I numerosi problemi relativi alla reale esistenza storica di Omero e alla composizione dei due poemi diedero origine a quella che si è soliti definire “questione omerica”, che per secoli ha cercato di stabilire se fosse mai realmente esistito un poeta di nome Omero e quali opere, tra tutte quelle legate alla sua figura, gli si potessero eventualmente attribuire; o, in alternativa, quale sia stato il processo di composizione dell’Iliade e dell’Odissea. La paternità della questione viene attribuita agli studiosi: François Hédelin abate d’Aubignac (1604-1676), Giambattista Vico.

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