Stasera in tv ad "a.C.d.C." gli ultimi re guerrieri
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Stasera in tv ad “a.C.d.C.” gli ultimi re guerrieri

Venti di guerra

Stasera in tv ad "a.C.d.C." gli ultimi re guerrieri

Quando il re Edoardo il Confessore muore senza un erede, la lotta per il trono di Inghilterra si scatena violenta. Un periodo cruciale della storia inglese ricostruito dalla serie “Gli ultimi re guerrieri d’Europa”, in onda per “a.C.d.C.” giovedì 30 Maggio alle 21.10 su Rai Storia, con l’introduzione del professor Alessandro Barbero.

Il conte Aroldo assume la corona, ma non è l’unico pretendente. In Normandia il duca Guglielmo, convinto di essere stato designato successore al trono dallo stesso Edoardo, rivendica per sé la corona d’Inghilterra. Nel frattempo, il re vichingo Harald Hardrada di Norvegia sta allestendo una forza d’invasione. Molto presto l’Inghilterra sarà sotto attacco.

A seguire, “a.C.d.C.” propone un viaggio tra gli edifici più simbolici del Medioevo nella serie “I costruttori di castelli”. Per innalzarli sono serviti pietra, legno, pochi strumenti e molti uomini. Come sono stati ideati, costruiti e governati?

Dare vita a 70.000 anni di storia dell’uomo! Questa serie attraversa il tempo con l’intento di raccontare la storia degli esseri umani, delle loro civiltà, culture, i loro successi e fallimenti. Una storia sui progressi e i cambiamenti attraverso i secoli. A partire dai primi insediamenti in Mesopotamia, le meraviglie di Babilonia ed Egitto, fino alla Rivoluzione Francese e a a quella Industriale. Gli spettatori saranno coinvolti in un viaggio epico, a fianco dei protagonisti che hanno reso il mondo quello che è oggi.

Programma dedicato alla storia non contemporanea, dagli albori dell’umanità al Congresso di Vienna. Documentari e speciali animati da un ritmo divertente e adatti anche a un pubblico di ragazzi.

Le puntate di a.C.d.C. trattano di storia non contemporanea fino al congresso di Vienna. Documentari di approfondimento storico introdotti da Alessandro Barbero e sono state messe in onda sul canale Rai Storia. Alcuni documentari sono prodotti in Italia, ma la maggioranza proviene da altri Paesi.

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