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Stasera in TV: “Art Night”. Prospettive su Frank Gehry

Stasera in TV: "Art Night". Prospettive su Frank Gehry Stasera in TV: "Art Night". Prospettive su Frank GehryUna prospettiva sul processo creativo del più grande architetto vivente al mondo, Frank Gehry, e la creazione del suo primo edificio in Australia: la Uts Business School di Sydney. È il documentario in prima visione “Prospettive su Frank Gehry” che apre la nuova puntata di “Art Night”, il programma di Silvia De Felice, Alessio Aversa e Marta Santella, con la regia di Andrea Montemaggiori, in onda stasera alle 21.15 su Rai5.

Nel 2015 Frank Gehry ha inaugurato il suo primo edificio australiano: la Uts Business School di Sydney, altrimenti nota ai critici e a chiunque non ami i suoi progetti come “il sacchetto accartocciato”. Eppure è molto probabile che anche questo edificio venga in futuro considerato uno dei capolavori dell’architettura moderna, proprio come molte altre sue creazioni. Il filmato segue i lavori nel cantiere di Sydney ed esamina la storia di oltre quarant’anni di progettazioni attraverso i racconti di Gehry stesso e dei suoi collaboratori.

Una carriera basata su una geniale evoluzione delle idee, quattro fasi chiave della sua creatività incarnate da quattro grandi edifici: Casa Gehry a Los Angeles, il Museo Vitra in Germania, il Museo Guggenheim di Bilbao e lo Stata Centre del Mit. La vita di Frank Gehry è da sempre definita dalle sue idee controverse e rivoluzionarie, e dunque molti ancora si chiedono se le sue opere siano un’icona, o piuttosto un pugno in un occhio.

A seguire, “Art Night” propone un documentario dedicato a un fotografo famoso nel mondo per il suo racconto dell’architettura: “Pedro E. Guerrero, viaggio di un fotografo”. Il filmato ripercorre la vita e il lavoro di Guerrero (5 settembre 1917-13 settembre 2012), messicano americano, nato e cresciuto in Arizona, protagonista di una straordinaria carriera fotografica internazionale. Contiene, inoltre, un’intervista esclusiva a Guerrero che rievoca le sue collaborazioni con tre dei più iconici artisti americani del ventesimo secolo: l’architetto Frank Lloyd Wright e gli scultori Alexander Calder e Louise Nevelson.

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