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Stasera in TV: “Il “Match” di Arbasino”. Mario Monicelli contro Nanni Moretti a Rai Storia

Stasera in TV: "Il "Match" di Arbasino". Mario Monicelli contro Nanni Moretti a Rai Storia Stasera in TV: "Il "Match" di Arbasino".  Mario Monicelli contro Nanni Moretti a Rai StoriaUn incontro – scontro sulla situazione del cinema italiano tra Mario Monicelli e Nanni Moretti nel “Match” di Alberto Arbasino che Rai Cultura ripropone  stasera alle 22.10 su Rai Storia. Nel corso del dibattito su generi e contenuti, problemi economici, strategie produttive e distributive, utilizzo degli attori, differenze tra vecchia e nuova regia, intervengono anche attori e addetti ai lavori.

Protagonisti della puntata del 14 dicembre 1977 un regista emergente, il 24enne Nanni Moretti, e uno già molto affermato, il 62enne Mario Monicelli. Due modi di intendere il cinema quasi all’opposto, sia pure nello stesso genere, la commedia cinematografica italiana. In quel ’77 i due sono reduci da due successi: Nanni Moretti vede l’affermazione del suo primo lungometraggio “Io sono un autarchico”, girato in 16 millimetri e che, dopo una stagione di successi nei maggiori “cineclub”, viene addirittura trasmesso sulla Rete 2, la sera del 15 ottobre 1977.

Mario Monicelli, invece, raccoglie i frutti del successo – una nomination a Cannes e una lunga lista di premi ai David di Donatello e ai Nastri d’Argento – del suo film “Un borghese piccolo piccolo”, il cui soggetto è tratto da un romanzo di Vincenzo Cerami, e che vede l’interpretazione di uno strepitoso Alberto Sordi.

Nanni Moretti veste i panni del “giovane contestatore”, attacca il “maestro” Monicelli, sui costi dei film, sul ricorrere ai “grossi nomi” per il cast, addirittura alla pratica di avere aiuti registi “a vita”. Si arriva a dibattere del cinema americano emergente di quegli anni, quello di Spielberg e di Scorsese, che vede su posizioni opposte i due registi, dove Moretti prevede un ritorno al predominio di Hollywood al box office.

Al dibattito partecipano gli sceneggiatori Leo Benvenuti e Piero De Bernardi, della generazione di Monicelli, e un più giovane sceneggiatore Cesare Frugoni. Infine, dicono la loro sul “maschilismo” del cinema italiano le attrici Norma Jordan, Carla Tatò e Angelica Ippolito.

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