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Uno Stabat Mater per raccontare il dolore a Parmajazz Frontiere Festival

Uno Stabat Mater per raccontare il dolore a Parmajazz Frontiere Festival Uno Stabat Mater per raccontare il dolore a Parmajazz Frontiere FestivalParmajazz Frontiere Festival risponde alla sua vocazione di realtà di produzione oltre che di ospitalità offrendo al Teatro Farnese di Parma (Piazza della Pilotta 15, ore 20.30) uno Stabat Mater scritto da Roberto Bonati per la ParmaFrontiere Orchestra: una nuova struggente composizione  dedicata al dolore per antonomasia, quella della perdita di un figlio da parte di una madre.

Roberto Bonati firma il suo omaggio alla XXV edizione del ParmaJazz Frontiere Festival con uno Stabat Mater: una nuova struggente composizione per orchestra dedicata al dolore per antonomasia, quella della perdita di un figlio da parte di una madre.
“Tra i dolori umani quello di una madre di fronte alla sofferenza e alla perdita di un figlio credo sia il più profondo, il più terribile. Questo lavoro, forse, se possibile, più di altri miei lavori ha avuto una lunga gestazione interiore prima della prima nota scritta sulla carta. Spero di essere riuscito a rendere giustizia almeno di una parte del mio sentire per questo Stabat Mater che, come molta musica, nasce e desidera svolgersi dalla parte del rito. Sono molto felice di lavorare ancora una volta con la ParmaFrontiere Orchestra in questa venticinquesima edizione del festival.”

Roberto Bonati
Compositore, contrabbassista, direttore d’orchestra. Nato a Parma nel 1959, Roberto Bonati deve la sua formazione allo studio del contrabbasso e agli studi letterari e di Storia della Musica.
Studia composizione con Gianfranco Maselli e Herb Pomeroy, direzione d’orchestra con Kirk Trevor. Presente sulla scena italiana dal 1980, ha al suo attivo una lunga esperienza sia come solista e leader di propri ensemble (dal quartetto alla ParmaFrontiere Orchestra), sia al fianco di Giorgio Gaslini e di Gianluigi Trovesi, e all’interno di prestigiose formazioni cameristiche (Ensemble Garbarino e Quartettone) e sinfoniche (Orchestre della Rai di Milano e Torino). Con le formazioni Musica Reservata e Rara Quartet ha effettuato numerose tournée in Europa, Messico, Sudafrica, Tunisia, Marocco, come leader del Silent Voices Quartet (Stefano Battaglia-pianoforte, Riccardo Luppi-flauti e sassofoni, Anthony Moreno-batteria) ha inciso, nel 1995, il CD Silent Voices. Dal 1996 è Direttore Artistico del ParmaJazz Frontiere festival. Nel 1998 ha creato la ParmaFrontiere Orchestra per la quale ha composto: I Loves you Porgy (1998), dedicata alla musica di G. Gershwin, Le Rêve du Jongleur: memorie e presagi della Via Francigena (1999), basata su una rilettura di musiche medievali, …poi nella serena luce…, omaggio ad Attilio Bertolucci (2000), The Blanket of the Dark, a Study for Lady Macbeth (2001), A Silvery Silence, frammenti da Moby Dick (2003), progetti applauditi in tournée italiane e all’estero. Nel 2000, su commissione del Festival de la Medina di Tunisi, ha presentato Chants des Troubadours con il suo Chamber Ensemble (Lucia Minetti-voce, Riccardo Luppi-flauti e sax soprano, Mario Arcari-oboe, Vincenzo Mingiardi-chitarra, Stefano Battaglia-pianoforte, Fulvio Maras-percussioni).
Del 2005 è la produzione Un Sospeso Silenzio, dedicata a Pier Paolo Pasolini, eseguita in anteprima nella decima edizione del ParmaJazz Frontiere festival e presentato, fra l’altro, al Festival Internazionale di Cinema Contemporaneo di Città del Messico. Fiori di neve è del 2007 ed è ispirato alla tradizione letteraria degli Haiku e realizzato con l’Haiku Ensemble, un lavoro teso alla scarnificazione della materia musicale che segna l’approfondimento del dialogo con lo strumento voce che ha negli ultimi anni ulteriormente sviluppato grazie anche alla collaborazione con Diana Torto. Al 2011 risale Tacea la notte placida da cui è nato il progetto discografico registrato al Verdi Festival 2011, Bianco il vestito nel buio. Roberto Bonati ha maturato negli anni un linguaggio molto particolare, approdando ad una sintesi di alcuni dei molteplici linguaggi musicali che ha frequentato.
Nel 2015 ha composto e registrato, su commissione della Stavanger University, Nor Sea, nor Land, nor Salty Waves, per il Bjergsted Jazz Ensemble, un lavoro che prende l’avvio dalla mitologia norrena.
Nel 2018 Bonati ha prodotto due nuove opere: Norwita (Tore Johansen-tromba e filicorno, Tor Yttredal-sax tenore e soprano, Mario Piacentini-piano, Marco Tonin-percussioni) un album che unisce l’atmosfera mediterranea con un mood nordico, in un evocativo scambio tra diversi mondi e culture, e il DVD Il suono improvviso, una performance orchestrale tenutasi nel 2015 al Teatro Regio di Parma, sotto la conduzione di Bonati con il suo metodo di chironomia improvvisata.

La musica di Bonati attinge costantemente alla contemporanea e al jazz, un jazz che non è mai genere o stile ma linguaggio, raffinato e capace di costruire intensi pannelli emotivi e di restituire in chiave differente poesia e cultura, grazie anche ad un particolarissimo uso della vocalità, in particolare di quella femminile.
Dal 2002 è docente di Composizione Jazz e Improvvisazione nonché Capo Dipartimento di Nuove Tecnologie e Linguaggi Musicali presso lo stesso, contribuendo a rendere il Conservatorio un polo di attrattiva anche per la musica contemporanea. Da sempre affascinato anche da altre espressioni artistiche, ha scritto musica per il cinema e la danza. Ha inciso per le etichette ECM, Soul Note, Splasc(h) Records, MM Records, CAM, Imprint Records, Nueva, Giulia, ParmaFrontiere (etichetta da lui fondata).

ParmaFrontiere Orchestra
La ParmaFrontiere Orchestra è stata creata da Roberto Bonati nel 1998 all’interno del Festival ParmaJazz Frontiere. L’organico ha voluto proporsi come una risposta alla necessità di fondare un ensemble duttile e in grado di muoversi a suo agio sia nel campo del linguaggio contemporaneo sia in quello della musica improvvisata riunendo nell’avventura alcuni dei migliori e più significativi musicisti della nuova scena musicale. Si tratta di un’orchestra di grandi solisti che portano all’interno della musica di Bonati le loro diverse esperienze e la loro speciale sensibilità. La ricerca sul rapporto tra i linguaggi e sulle possibilità timbriche, strutturali e formali che scaturiscono da un organico così particolare (oboe, archi, percussioni, elettronica, ottoni…) è alla base della scrittura di Roberto Bonati, sempre lirica e appassionata.

L’orchestra ha al suo attivo sei produzioni:
I loves you Porgy
Le Rêve du Jongleur, memorie e presagi della Via Francigena …poi nella serena luce…nine poems by Attilio Bertolucci
The blanket of the dark, a study for Lady Macbeth
A Silvery Silence, fragments from Moby Dick
Shahrazad, racconti dalle Mille e una Notte

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