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Il Toccasana – Curarsi con le erbe è davvero una pratica “naturale” priva di rischi?

Con questo articolo diamo il via alla rubrica: Il Toccasana
Tutto quanto è utile sapere sulla farmacologia.
Diamo il benvenuto a Laura Lippolis,
che ci aiuterà a capire come prenderci cura di noi stessi senza stress.


Buona Lettura dalla Redazione di Puntozip!

Il Toccasana - Curarsi con le erbe è davvero una pratica “naturale” priva di rischi? Il Toccasana - Curarsi con le erbe è davvero una pratica “naturale” priva di rischi?

Curarsi con le erbe è davvero una pratica “naturale” priva di rischi?

La frattura nella relazione medico paziente, la crisi economica e organizzativa del Sistema sanitario Nazionale, l’affermazione di concetti come autodeterminazione e individualismo, la crescente e ossessiva attenzione al benessere, la possibilità di accedere indiscriminatamente a siti Internet che contengono materiale informativo non validato dalle comunità scientifiche, sono considerate tra le principali cause della crisi della medicina scientifica occidentale e decretano il successo di pratiche e rimedi alternativi non sempre validi e qualche volta anche pericolosi per la salute.

Ma chi utilizza “medicine alternative” ha sempre contezza dei potenziali benefici o rischi?

Mi è capitato, durante una passeggiata in montagna, di conversare con una ragazza a suo dire “salutista”, che si vantava di non ricorrere mai ai medicinali tradizionali e di rivolgersi a cure omeopatiche.

Quando le ho chiesto cosa assumesse per la patologia di cui mi parlava, mi ha risposto che utilizzava quotidianamente un farmaco a base di erbe.

Mi è sembrata confusa e mi è parso quindi doveroso chiarirle che esiste una differenza sostanziale e formale tra fitoterapia e omeopatia.

La fitoterapia è una branca della farmacologia.
La parola “Fitoterapia” deriva dal greco phyton (pianta) e terapeia (cura) ed è una pratica medica utilizzata sin dall’antichità e dalla quale la chimica farmaceutica ha tratto “ispirazione” per sintetizzare farmaci derivati che avessero le stesse proprietà farmacologiche o che contenessero in parte, come principio attivo, un metabolita vegetale.

I principi attivi (i componenti chimici che svolgono azione terapeutica), contenuti nei prodotti fitoterapici svolgono azione farmacologica vera e propria, non sono pertanto privi di rischi nell’assunzione e prevedono una notevole attenzione a dosaggi e posologia per evitare l’insorgenza di effetti collaterali e interazioni con altri prodotti.

La Fitoterapia non è un pensiero filosofico, ma una materia scientifica basata sull’utilizzo delle piante a scopo curativo.

L’allestimento di prodotti fitoterapici richiede tecniche rigorose e riproducibili e una normativa severa ne prevede e controlla le procedure e l’igiene.

Nel caso di preparazioni galeniche, che sono quelle allestite dal farmacista o dall’erborista su richiesta del cliente, esiste addirittura un manuale di procedure ufficiali per l’allestimento.

Gli estratti vegetali devono essere tecnicamente validi, raccolti solo in alcuni periodi dell’anno e le preparazioni devono essere standardizzate mediante titolazione del principio attivo, ossia la quantità di esso presente all’interno del vegetale, deve essere tale che l’effetto sia sempre riproducibile.

La Farmacopea dispone inoltre, che siano effettuati controlli su eventuali contaminazioni correlate alla carica batterica, alla presenza di aflatossine, di metalli pesanti e di pesticidi.

I fitomedicinali, invece, sono preparati fitoterapici industriali provvisti di etichette e sottoposti a controlli disciplinati da molteplici e severe normative nazionali ed europee, che prevedono attenzione e controlli nella preparazione e nell’assunzione.

Attenzione quindi a raccogliere piante nei boschi e preparare intrugli alla Maga Magò.

Potremmo nel migliore dei casi aver raccolto una pianta che in quella stagione non contiene sufficiente quantità di principio attivo, potremmo non riuscire ad estrarlo o nel peggiore dei casi potremmo intossicarci.

In quanto all’utilizzo dei medicinali fitoterapici invece, chiediamo consiglio al nostro Farmacista di fiducia che saprà ben indirizzarci o che in alternativa si prenderà cura dei nostri “dubbi”, prima che dei nostri malesseri.

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