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InAscolto – LETIZIA DEI, letizia dell’ascolto

InAscolto - LETIZIA DEI, letizia dell'ascolto InAscolto - LETIZIA DEI, letizia dell'ascoltoLETIZIA DEI “Forever Changed”, EMA Vinci Records, 2024

Ci sono recensioni e recensioni. Alcune facili, che scorrono veloci dalla punta delle dita, attraversano la tastiera e si imprimono nero su bianco su un foglio digitale come se fossero sempre state lì. Altre che invece si interrompono alle prime battute, e se non ci sono fogli da accartocciare e buttar per terra, l’usura del tasto per cancellare è testimone di tutti i tentativi fatti per catturare nella logica di una recensione qualcosa di talmente vivo da rompere gli argini di definizioni in cui la vorresti costringere. Questo è Forever Changed, il nuovo album di Letizia Dei, uscito a marzo per l’etichetta EMA Vinci Records.

Vorrei definirlo progetto, ma sarebbe limitante per un lavoro che è una sfida verso quelle convenzioni che trasformano i grandi della musica in miti con cui non ci possiamo confrontare, come se lo scopo dell’arte fosse di creare ostacoli e non ispirare il progresso. Letizia Dei alza lo sguardo verso Lou Reed e John Cale cogliendo a piene mani da Songs for Drella, progetto composto per celebrare la vita di Andy Warhol, e alcuni pezzi, sempre di Reed, presi da Transformer. Con la complicità dei Vertere String Quartet e altre prestigiose collaborazioni che arricchiscono l’album,,l’artista fiorentina si lancia verso il suo obiettivo e non puoi fare altro che seguirla. Qui, però, viene la parte difficile, perché mentre vorresti analizzare suoni, sfumature, caratteristiche tecniche e interpretative con la freddezza di un vivisezionatore, lei ti acchiappa letteralmente per mano per farti diventare parte di questa sfida. L’interpretazione di Letizia suscita scene nate dalla suggestione di un timbro che unisce abilità e passione, tanto da rendere il progetto una creatura viva. Con questo, non dobbiamo immaginarci mood eterei o sussurrati a filo di voce, perché lei irrompe feroce e potente come in Smalltown la voglia dell’artista di esistere andandosene da una città piccola e soffocante diventa tempesta e impeto. L’ascoltatore si muove così tra la frenetica e spietata Images, l’incalzante Work, accetta l’invito accattivante e sintetico di Open House, una casa dove vorresti restare, soffermarti, anche solo per riposarsi dalla sinuosa Walk On The Wild Side, l’irresistibile canzone che ti fa muovere già dalle prime note.

Forever Changed annulla la diffidenza che spesso ci assale davanti a un omaggio verso altri artisti. Il progetto mette in gioco le emozioni di chi interpreta e di chi ascolta creando una trama di sensazioni che ci colgono impreparati e indifesi, ma gustiamo dalla prima all’ultima traccia. Letizia Dei e tutti i musicisti che hanno collaborato con lei riescono a trasmettere l’intento che ispirò la creazione dell’album, cioè il desiderio di dipingere la complessa personalità di Warhol con affetto e profondità, utilizzando ogni nota come una pennellata forte e delicata al tempo stesso. All’ascoltatore non rimane scelta né via di fuga. Il suo destino è farsi colpire da questi pennelli.

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