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Oggi in tv arriva “Tito Stagno, l’uomo della Luna”

Il ricordo a due anni dalla scomparsa

Oggi in tv arriva "Tito Stagno, l'uomo della Luna"

In occasione del secondo anniversario della scomparsa di Tito Stagno, giornalista e conduttore, volto storico della Rai, Rai Cultura ripropone lo speciale “Tito Stagno. L’uomo della luna”, per la regia di Caterina Intelisano, in onda giovedì 1° febbraio alle 16.45 su Rai Storia. È un ritratto del giornalista e telecronista più popolare della televisione, attraverso i suoi viaggi al seguito di Papi e Presidenti e i suoi commenti su importanti avvenimenti storici.

Tito Stagno, primo di otto fratelli, si trasferisce dalla Sardegna con la famiglia prima a Parma, poi a Pola. All’età di 13 anni ha un’esperienza come attore cinematografico: nel 1943 partecipa al film di Francesco De Robertis Marinai senza stelle (distribuito soltanto nel 1948), nel ruolo di Murena. Comparirà di nuovo sul grande schermo nel 1959 sotto la regia di Dino Risi nel film Il vedovo a fianco di Alberto Sordi nei panni di un giornalista.

Nel 1954 vince il primo concorso nazionale per telecronisti e partecipa a un corso di specializzazione con Furio Colombo, Gianni Vattimo, Umberto Eco; lascia pertanto l’università e inizia a Roma il nuovo lavoro. Dal 1955 è a Roma nella redazione del primo telegiornale diretto da Vittorio Veltroni. Effettua le sue prime telecronache nel 1956, in occasione dei Giochi olimpici invernali di Cortina d’Ampezzo, alle quali seguono, quattro anni dopo, quelle delle gare di pallacanestro, svoltesi nel Palazzo dello Sport dell’EUR, dei Giochi Olimpici estivi di Roma del 1960.

Conduttore del telegiornale dal 1961, il suo nome è legato a un evento in particolare. La notte del 20 luglio 1969 lo vede protagonista e commentatore della lunga diretta televisiva sull’allunaggio compiuto dalla Missione Spaziale Apollo 11.

Nel 2009 pubblica la sua autobiografia “Mister Moonlight, confessioni di un telecronista lunatico”. “Mister Moonlight”, cioè “Signor Chiaro di luna”, è il soprannome attribuitogli affettuosamente da Buzz Aldrin, uno dei tre astronauti della Missione Apollo 11.

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