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Oggi in TV: Con Rai5 (canale 23) “Di là dal fiume e tra gli alberi” Fondi e Sperlonga, terra di nessuno

Oggi in TV: Con Rai5 (canale 23) "Di là dal fiume e tra gli alberi" Fondi e Sperlonga, terra di nessuno Con Rai5 (canale 23) "Di là dal fiume e tra gli alberi" Fondi e Sperlonga, terra di nessunoTerra di Nessuno. Così, nell’Ottocento, veniva chiamato il tratto di Appia antica, sospeso tra la Torre dell’Epitaffio e la Portella di Monte San Biagio, perfettamente equidistante tra Roma e Napoli. Quasi quattromila metri senza giurisdizione, in balia dei briganti, tra uno Stato Pontificio appena finito e un Regno Borbonico non ancora cominciato. È il territorio al centro del documentario di Giuseppe Sansonna “Fondi e Sperlonga, terra di nessuno”, in onda domenica 29 novembre alle 22.10 su Rai5 per la seconda stagione di “Di là dal fiume e tra gli alberi”.
Nella Terra di Nessuno, all’inizio dell’800, imperversava Michele Pezza da Itri, detto Fra Diavolo. Capeggiava un mucchio selvaggio di irregolari, lungo l’Appia Antica, tra la Piana di Fondi e i Monti Ausoni e Aurunci. La storia lo ha marchiato a fuoco come brigante. Quel che è certo è che Fra Diavolo rimase sempre fedele al Re Ferdinando di Borbone, usando abilmente l’arte della guerriglia. Alla fine, fu sconfitto dal colonnello francese Hugo, padre dell’autore de “I miserabili”. Fondi, luogo di antica tradizione agricola e commerciale, ha uno dei mercati ortofrutticoli più grandi e vitali d’Europa. Ma è anche il luogo di nascita e prima formazione del regista Giuseppe De Santis, del pittore Domenico Purificato e del poeta Libero De Libero. Grandi artisti, molto legati tra loro, realizzarono insieme il film Giorni d’amore, nel 1954.
Giuseppe De Santis ha fatto innamorare di Fondi anche il protagonista di quello che fu il suo ultimo film: Lino Capolicchio. Al punto che l’attore, nato a Merano, ha deciso di trasferirsi in paese.
È un territorio che culla e attira figure di spicco della cultura italiana, come lo scrittore Tommaso Landolfi, nato e cresciuto nella vicina Pico FarneseRaf Vallone, grande divo italiano, aveva invece eletto la scabra Sperlonga a suo buen retiro, perché gli ricordava l’aspra autenticità della sua Tropea. A partire dagli anni Cinquanta, fece transitare nella sua villa avveniristica le star del cinema italiano e internazionale.

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