In Germania, nel XIX secolo, l’odio razziale si intreccia con l’ideologia del Volk, nata dall’aspirazione all’unità nazionale, conquistata solo nel 1871. Il popolo per eccellenza, per i tedeschi, è quello ariano, i cui i tratti esteriori sono il supposto riflesso delle qualità interiori. E’ soprattutto il radicamento nella nazione a garantirne la superiorità morale e spirituale.
Nulla, però, fa presagire quello che il Terzo Reich sarà capace di fare solo qualche decennio più tardi, quando salderà la conquista dello “spazio vitale” a est alla distruzione del popolo ebraico in un unico grande obiettivo. Un obiettivo da ottenersi attraverso le armi, sui campi di battaglia, e con una bonifica razziale pianificata, affidata all’efficienza burocratica di carnefici altamente specializzati, all’interno dei campi di concentramento. ù
Questo è quanto viene stabilito dalla conferenza di Wannsee, nel gennaio 1942, quando l’antisemitismo, da teoria razziale e poi pratica politica, diventa morte sistematica.
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