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Oggi in tv torna l’appuntamento con lo speciale Oasi

Marocco: i maestri dell’acqua di Tafialet

Oggi in tv torna l'appuntamento con lo speciale Oasi

 

Nella parte orientale del Morocco, ai piedi dei monti Atlas, la valle di Tafilalet ospita la più grande oasi del mondo. Tuttavia, questo insieme di spazi verdi nel cuore del deserto è minacciato dal cambiamento climatico. Un luogo raccontato dalla serie “Oasi”, in onda sabato 30 dicembre alle 14.55 su Rai 5. Scarsità dell’acqua, deterioramento del suolo utilizzato in agricoltura, minor biodiversità, esodo rurale che porta a una perdita di manodopera: l’oasi di Tafilalet affronta numerose sfide.

Per fronteggiare l’urgenza della situazione, sono stati avviati numerosi progetti di risanamento, e l’oasi, che ha risposto piuttosto bene, oggi è diventata un modello di resilienza.

Mohamed Mahdane, sociologo all’università di Agadir, e Thierry Ruf, agronomo e geografo presso l’Ird Montpellier, stanno lavorando su un progetto ambizioso per promuovere il patrimonio locale, soprattutto le famose «Khettara», gallerie sotterranee ancestrali che raccolgono l’acqua dalle falde acquifere, nonché l’acqua piovana. Lungo i due fiumi storici,il Ziz e il Gheris, che non scorre più se non durante sporadiche inondazioni, la terra è molto fertile e favorisce una ricca agricoltura. I palmeti rimangono la spina dorsale della vita in questa valle. Qui gli abitanti delle oasi si sono adoperati per ripristinare il tradizionale sistema di gestione dell’acqua, al posto dei sistemi di irrigazione individuali che hanno danneggiato l’oasi. Il consiglio che gestisce l’acqua dell’oasi, il «Jmaâ», ora consente a ogni famiglia di usufruire del minimo richiesto, distribuito su base equa. Numerosi pozzi comuni sono in fase di costruzione, e questa azione collettiva ha portato gli agricoltori a sostenere un obiettivo comune. I pozzi sono pompati utilizzando l’energia solare, sostituendo inquinamento, costi di carburante ed elettricità.

Un altro progetto di ricostruzione nell’oasi di Tafilalet coinvolge la piantagione di alberi per combattere la desertificazione e l’introduzione di allevamenti di pecore per usare il concime come fertilizzante.

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