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RaiPlay, da oggi “Manuela Cacciamani. La bambina di Cinecittà”, la nuova puntata di ConverseRai

RaiPlay, da oggi "Manuela Cacciamani. La bambina di Cinecittà", la nuova puntata di ConverseRai RaiPlay, da oggi "Manuela Cacciamani. La bambina di Cinecittà", la nuova puntata di ConverseRaiCrescere dentro Cinecittà, vivere il cinema, avere la fortuna di lavorare al primo cortometraggio digitale, vuol dire assistere alla rivoluzione che ha cambiato la storia del cinema.   È la storia di Manuela Cacciamani, imprenditrice digitale e produttrice cinematograficaprotagonista della nuova puntata di “ConverseRai”, il programma sull’inclusione della Direzione Contenuti Digitali, disponibile su RaiPlay dal 28 novembre.

La fondatrice della società di produzione One More Pictures approfondisce i progressi del cinema e le opportunità professionali e artistiche che le nuove tecnologie offrono, avendo sempre bene in mente che «la trama, ovvero lo storytelling, è fondamentale: dobbiamo avere una storia interessante da raccontare, altrimenti non ha importanza il mezzo con cui la si racconta».

Cacciamani si sofferma anche sull’impegno editoriale e produttivo che deve confrontarsi con i nuovi strumenti tecnologici: «l’immersività delle esperienze permette alle persone di provare emozioni diverse, ma non necessariamente migliori di quelle suscitate da un film in una sala. La differenza tra guardare un film in uno schermo soprattutto al cinema e provare delle esperienze immersive attraverso un oculus, è la modalità con cui si può interagire con il contenuto».

C’è un altro elemento che sta veramente a cuore alla protagonista della puntata e sono le nuove generazioni. «Sicuramente il mondo dei social e l’utilizzo del cellulare hanno condizionato il gusto dei giovani e anche la modalità: cosa vogliono vedere, perché e come. Questo lo dobbiamo tenere in considerazione quando pensiamo a un contenuto per loro, non possiamo ignorarlo».

Un’intervista a tutto tondo, che tocca anche la complessità di una professione in cui ancora oggi la presenza maschile ha un suo peso: «essere produttrice, imprenditrice, donna, è un’opportunità ma anche un limite. Però è più un’opportunità, perché secondo me la nostra capacità di adattamento, la creatività, la sensibilità di una donna possono essere un vantaggio. Io credo che dobbiamo essere molto fermi sul fare e meno sul pensare».

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