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Recensione: “Boccaccio teologo” – Rilettura del capolavoro trecentesco

Recensione: "Boccaccio teologo" - Rilettura del capolavoro trecentesco Recensione: "Boccaccio teologo" - Rilettura del capolavoro trecentescoBoccaccio teologo
Per una rilettura del Decameron,
di Antonio Fatigati
Mauro Pagliai Editore

In questo libro, che può essere considerato un saggio, Antonio Fatigati, pur consapevole che la sua tesi “non è facilitata dall’immaginario collettivo” e nemmeno dal fatto che nel XVI secolo, in piena inquisizione, l’opera del Boccaccio venne messa all’indice, si propone di “guardare a Boccaccio come a un autore portatore di un pensiero teologico” e ne esplicita lo scopo nel primo capitolo:“rivolgere il proprio sguardo alla ricerca di contenuti teologici all’interno del Decameron”.

Quest’opera vuole dunque proporci la rilettura del capolavoro trecentesco sotto una nuova luce e lo fa con una serie di analisi approfondite, tese a dimostrare la validità delle proprie argomentazioni.
Leggendo alcune novelle, sembra che in esse s’intenda “sminuire” il valore della preghiera finalizzata all’espiazione dei propri peccati, la devozione dei santi, la questione delle reliquie o l’esistenza del Purgatorio.

In realtà, afferma l’autore, il vero obiettivo del Boccaccio è quello di condannare certi comportamenti del clero a lui contemporaneo, dimostrando non solo di possedere una grande competenza in materia religiosa, ma di voler condannare “la malafede di quanti piegano la preghiera alle loro intenzioni malvagie e lussuriose”.

Il Boccaccio che emerge dalla lettura di questo libro è non solo profondamente credente, ma soprattutto ci appare come un teologo, perché esperto in materia religiosa e intenzionato a “castigare ridendo la superficialità dei creduloni e la malafede di chi dovrebbe trasmettere la fede autentica”.

Il libro intende quindi proporre una visione diversa dell’autore del Decameron, universalmente noto per certi temi abbastanza spinti tanto che viene definito “boccaccesco” qualcosa di salace e licenzioso e, sposando l’interpretazione di Antonio Fatigati, potremmo addirittura azzardare che nel suo Decameron s’intravvedano quelle critiche che porteranno due secoli dopo alla Riforma Protestante.

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