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Recensione: In cammino. Una storia del pellegrinaggio cristiano – Elemento di appartenenza e strumento di conversione

Recensione: In cammino. Una storia del pellegrinaggio cristiano - Elemento di appartenenza e strumento di conversione Recensione: In cammino. Una storia del pellegrinaggio cristiano - Elemento di appartenenza e strumento di conversioneIn cammino
Una storia del pellegrinaggio cristiano
Paolo Cozzo
Carocci Editore

Nell’introduzione del suo saggio “In cammino”, sottotitolo “Una storia del pellegrinaggio cristiano”, Paolo Cozzo afferma che il fenomeno plurisecolare del pellegrinaggio é stato analizzato dagli storici utilizzando chiavi di lettura pluridisciplinari che includono la filosofia, la psicologia, la sociologia, l’antropologia.
L’ autore, professore associato di Storia del Cristianesimo e delle Chiese presso l’università di Torino, prende in esame tale fenomeno dal punto di vista storico, punto di vista che gli permette di coglierne anche gli aspetti socio-politici ed economici.

Cozzo analizza, con ricchezza conoscitiva e dovizia di particolari, le motivazioni che hanno promosso la diffusione della pratica del pellegrinaggio dalle origini del Cristianesimo ai giorni nostri.
Il pellegrinaggio si è manifestato e continua a manifestarsi, in assenza di indicazioni nelle Sacre Scritture e da parte degli organi ecclesiastici, in modo del tutto spontaneo, come esigenza individuale di ricerca interiore e di affermazione identitaria; aspetto, questo, che lo distingue dai pellegrinaggi delle religione altre, nelle quali è dato come precetto o obbligo.

Apprendiamo infatti che il pellegrinaggio per raggiungere i luoghi sacri, vicini o lontani , viene effettuato da sempre con modalità e motivazioni diverse, in solitudine o in gruppo, a piedi o con mezzi vari, da ecclesiastici e da laici, dai potenti della terra, come papi e re, e dagli umili, per soddisfare il desiderio di conoscenza, manifestare la propria fede, espiare le proprie colpe, chiedere grazie.

Il viaggio si trasforma così in metafora, perché da fisico si fa interiore, alla ricerca di quella spiritualità che fortifica e rende migliori perché dà senso e significato all’esistenza del cristiano che lo compie; oppure, quando compiuto da autorità ecclesiastiche o statali, esso si arricchisce di significati che oltrepassano il bisogno spirituale per diventare messaggio politico.
L’autore sottolinea che la destinazione, il valore e il significato originari del pellegrinaggio hanno subito, con lo scorrere dei secoli, trasformazioni significative per contingenze storiche e cambiamenti di pensiero; esso si è trasformato da elemento identitario a elemento divisivo, per ritornare a essere nella cristianità espressione di resistenza ad attacchi distruttivi, “elemento di appartenenza e strumento di conversione”.
Cozzo fa emergere quanto la pratica del pellegrinaggio sia strettamente legata alle vicende del Cristianesimo, alla storia della Chiesa di Roma e ai rapporti che questa ha avuto, ora di intesa ora di opposizione, con lo Stato.
Particolarmente interessante appare ai nostri occhi il passaggio nel quale l’inizio del cambiamento in senso restrittivo della pratica del pellegrinaggio, divenuto ormai fenomeno di massa, attribuito per tradizione al 700 illuminista, risale, invece, a più di un secolo prima, con Filippo II sul trono di Spagna.
Fu questo sovrano, infatti, mosso da sincere esigenze spirituali, a emanare ordinanze per limitare l’uso e l’abuso di un pellegrinaggio legato ormai essenzialmente al culto mercificato delle reliquie, per riportarlo all’interno dell’alveo squisitamente di fede cristiana.
Altro aspetto, a parer nostro interessante, è constatare che nel secolo XVIII, caratterizzato, come si sa, dal razionalismo, dalle rivoluzioni e dalla laicità statale, il popolo continua a professare il culto Mariano, anch’esso ormai molto diffuso.
A conclusione del suo excursus storico, l’autore tratta dei pellegrinaggi ai giorni nostri, caratterizzati dai viaggi dei Papi che si recano in luoghi significativi non soltanto per la Chiesa Cattolica ma utili a favorire il dialogo interreligioso. Questi pellegrinaggi dei Papi erranti, che lasciano la loro Chiesa di Roma per andare incontro ai fedeli, diventeranno essi stessi motore di pellegrinaggio di masse di credenti sparse in tutto il mondo che, forti ormai della loro identità cristiana, vanno a loro volta incontro al loro Pastore.
Considerando la grande diffusione dei mezzi tecnologici, che ha fatto entrare virtualmente il pellegrinaggio nelle case dei fedeli, Cozzo pone, sul finire, il quesito sul futuro del pellegrinaggio come spostamento fisico da un luogo all’altro. Sarà interessante attendere la risposta, che è legata al superamento del periodo di chiusura forzata a causa dall’epidemia di covid, per vedere se il pellegrinaggio si riapproprierà delle sue prerogative plurisecolari o conserverà il carattere virtuale che i nostri tristi tempi gli hanno imposto.

Il saggio di Cozzo risulta linguisticamente fluido e accessibile, certamente indispensabile, per la ricchezza delle fonti utilizzate, per tutti gli appassionati di storia che desiderano approfondire tale fenomeno.
Interessante e ricca l’introduzione al saggio curata dallo stesso autore.

Il testo è arricchito da immagini del tempo e contestualizzate.

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