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Recensione: La cena – …naturalmente con delitto

Recensione: La cena - ...naturalmente con delitto Recensione: La cena - ...naturalmente con delittoLa cena
di Martin Osterdahl
Tradotto da Sara Rossini
Giunti Editore

A Lillängen, in Svezia, una coppia con evidenti ferite su tutto il corpo viene ritrovata, tra mille pezzi di vetro, sul fondo di una piscina vuota. La polizia si trova di fronte a un uomo e una donna nudi, stretti in un ultimo, scomposto e disperato abbraccio, parzialmente ricoperti dalla neve, macabra e triste scultura livida. Il luogo della raccapricciante scoperta è il giardino di una villa che, dalla collina, guarda le sponde di un bellissimo lago.

Facciamo un salto indietro di poche ore. È tardo pomeriggio ed è l’ultimo dell’anno. Lisa e Mikael, infermiera in una casa di riposo per malati terminali lei, agente finanziario lui; hanno organizzato controvoglia il cenone per conoscere i genitori di Marlon, fidanzato della loro tormentata figlia diciassettenne Ebba. Lei e Marlon si sono conosciuti da poco su un sito di incontri e fin da subito una incontrollabile forza magnetica li ha attratti oltre le loro stesse paure. Che non sarà una buona cena si capisce fin dalle prime pagine, con la neve che porta con sé un passato cattivo e invadente, quando Il timore di incontrare dei perfetti sconosciuti lascia il posto allo sgomento di ritrovare alla loro porta chi non avrebbero mai e poi mai voluto rivedere. A complicare il tutto, un furto di medicinali alla casa di riposo, che Tom, collega di Lisa e suo vecchio amante, le annuncia per telefono poco prima dell’arrivo degli ospiti.

Un continuo passaggio tra passato e presente, dove il presente è triste e incrinato e il passato appesantito da un dramma che serpeggia sempre più chiaro riga dopo riga.

Lo scrittore disegna personaggi tormentati per i quali non si ha nemmeno il tempo di provare empatia, perché tutto ciò che succede dal momento in cui la porta si apre fino alla morte di due di loro è un continuo precipitare di eventi, che non salva nessuno, nemmeno il più innocente, nato già con una lettera scarlatta incisa a fondo sulla pelle.

Un’ intrigante tensione psicologica tiene incollati al libro pagina dopo pagina, fino a un finale forse non eticamente condivisibile, ma che, nella umana speranza che qualcosa di buono sopravviva, sembra apparire l’unico possibile.

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