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Recensione: “L’isola di Caronte” – Quando La Morte non fa da protagonista

Recensione: "L'isola di Caronte" - Quando La Morte non fa da protagonista Recensione: "L'isola di Caronte" - Quando La Morte non fa da protagonistaL’isola di Caronte
di Alessandro Buttitta
Laurana editore

Scrivere un racconto sulla Morte, “La Nera Signora”, come la chiama il protagonista del libro, con uno stile fresco e disincantato, spregiudicato e a volte esilarante, è cosa non comune e assolutamente non facile. Ma Alessandro Buttitta lo fa in modo egregio e talmente coinvolgente, da farci quasi dimenticare che lo scopo finale è quello del racconto giallo.

In realtà lo scrittore ci tiene inchiodati fino all’ultima pagina, prima di svelarci il motivo della morte del giornalista Giuseppe Vella, coinvolgendoci in storie e descrizioni esemplari dei personaggi e dell’ambiente esotico di Ustica, dove si svolge il racconto.

Andrea Mangiapane, con due lauree ma in cerca di un impiego accetta, suo malgrado, il lavoro di becchino, che, con una punta di orgoglio definisce necroforo, presso l’Agenzia di pompe funebri “Vita Natural Durante”.

Il suo primo incarico lo porta a Ustica dove il “morto” era in vacanza con la moglie. Mentre, a causa delle indagini a cura dei carabinieri, la tumulazione viene rimandata, Andrea Mangiapane inizia a fare ciò che gli riesce in modo eccelso: osservare e soprattutto ascoltare senza, quasi mai, ribattere.

Nasce così poco a poco, un’analisi attenta e meticolosa delle persone che lo circondano e di cui fa un accurato identikit, e una osservazione minuta della vita sulle formiche, tema molto ricorrente per tutta la narrazione: formicaio come abbozzo di civiltà, onestà delle formiche, formiche talmente rispettose da non oltraggiare il corpo sanguinolento del morto e la fantasticheria sul mitico Mirmicoleone, sognato di notte.

E’ singolare come l’autore, depistandoci ancora sapientemente dalla Morte, ci avvolge in un bozzolo onirico sulla conquista del mondo da parte delle pazienti formiche, a danno degli uomini e di tutti gli esseri viventi. Loro, al vertice della piramide sociale sanno sempre cosa fare e dove andare perché non mettono mai in discussione il loro mondo.

Con sottile umorismo, l’autore riesce perfino a farci amare le descrizioni macabre della preparazione del cadavere per l’ultima dipartita o declamare, con una punta di cinismo, l’inutilità dei fiori sulla tomba che, a suo parere, servono più ai vivi che ai morti e diffidare di chi ne ha troppi sulla tomba.

Anche se con un occhio apparentemente distaccato, l’autore non risparmia neppure le sue accuse a tutto il malessere e la corruzione siciliana con il suo atavico clientelismo.

L’isola di Caronte, è un libro nuovo nel suo genere, scritto da un giovane autore che non disdegna, a ragione, le sue reminiscenze di materie letterarie sempre appropriate. In poche parole un libro “assolutamente” da non perdere.

Alessandro Buttitta è nato per caso a Milano nel dicembre 1987 e vive e lavora in Sicilia. Insegna materie letterarie e scrive per Huffington Post, TvZap e altre testate occupandosi di televisione e cultura pop. Con Laurana Editore ha pubblicato Consigli di classe. 10 buone idee per la scuola (2017). Cura un blog omonimo sull’”Espresso”.

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